Il Giappone prova a invertire la rotta o per lo meno a cercare un rimedio e ha nominato un nuovo diplomatico di alto livello per i cambi, mentre lo yen ha toccato il minimo degli ultimi 38 anni nei confronti del dollaro, accrescendo le aspettative di un imminente intervento di mercato da parte di Tokyo per risollevare la valuta in difficoltà.
Atsushi Mimura, veterano della regolamentazione finanziaria, sostituisce Masato Kanda, che quest’anno ha lanciato il più grande intervento di acquisto di yen mai registrato e ha aggressivamente incitato gli speculatori a non spingere troppo al ribasso la valuta giapponese.
Sebbene il cambiamento sia parte di un regolare rimpasto del personale condotto ogni anno, esso arriva mentre i mercati mettono alla prova la determinazione del Giappone ad arrestare un nuovo calo dello yen che aggiunge dolore alle famiglie e alle aziende facendo aumentare i costi di importazione.
«Kanda sembrava una persona aggressiva, visti i suoi commenti secondo cui le autorità erano pronte a intervenire in qualsiasi momento della giornata – ha affermato Hideo Kumano, economista capo del Dai-ichi Life Research Institute, aggiungendo che – le sue dimissioni potrebbero influenzare il modo in cui il Giappone comunica la sua politica valutaria. Ma è difficile dirlo finché non vedremo come il suo successore guiderà la politica. Tutto sommato, non credo che la direzione della politica principale cambierebbe molto».
I funzionari giapponesi hanno ribadito i loro avvertimenti mentre lo yen è scivolato oltre 161 per dollaro venerdì, ben al di sotto dei livelli che hanno innescato l’ultimo intervento di fine aprile e inizio maggio.
«L’eccessiva volatilità del mercato valutario è indesiderabile – ha dichiarato il ministro delle Finanze Shunichi Suzuki – le autorità risponderanno adeguatamente a tali mosse, esse stesse sono profondamente preoccupate per l’impatto dei movimenti rapidi e unilaterali dello yen sull’economia».
Le autorità giapponesi si trovano ad affrontare nuove pressioni per arginare i bruschi cali dello yen, mentre l’attenzione degli operatori si concentra sulla divergenza dei tassi di interesse tra Giappone e Stati Uniti.
Uno yen più debole è una manna per gli esportatori giapponesi, ma un grattacapo per i decisori politici, poiché aumenta i costi delle importazioni, aumenta le pressioni inflazionistiche e mette alle strette le famiglie.