Secondo quanto dichiarato dal vicepresidente della Banca centrale europea Luis de Guindos i mercati potrebbero essere turbati nel caso la Francia decidesse di non adempiere ai suoi obblighi fiscali. In particolare il riferimento è al richiamo della Commissione che a giugno si è rivolta alla Francia e ad altri sei Paesi per i loro elevati deficit di bilancio. Il rapporto debito/PIL della Francia era del 110% l’anno scorso.
Il tutto senza contare la possibile cancellazione della riforma sulle pensioni ma soprattutto la possibilità di un Parlamento in stallo. Infatti al primo turno i primi due vincitori sono stati gli schieramenti opposti e cioè l’estrema destra (344%) e l’estrema sinistra (28%)
Tuttavia, de Guindos ha sottolineato che i movimenti sul mercato obbligazionario francese dopo la decisione da parte del Premier Macron di indire elezioni anticipate “piuttosto ordinati”, nonostante l’ampliamento degli spread.
“Quello che abbiamo visto finora è che l’evoluzione dei mercati [francesi] è stata piuttosto ordinata. Abbiamo assistito a un leggero ampliamento degli spread, ma da questo punto di vista la situazione è sotto controllo”, ha affermato in un’intervista all’ECB Forum on Central Banking a Sintra, in Portogallo.
Piccoli segnali arrivano dal rendimento dei titoli di Stato con scadenza a 10 anni che è arrivato al 3,3%, circa il massimo degli ultimi 12 mesi.
Il messaggio di De Guindos riecheggia quello espresso due settimane fa dall’economista capo della BCE Philip Lane, quando affermò che la svendita dei titoli di Stato francesi di giugno non era stata “disordinata”.