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Economia

Imprese, bollino per le virtuose e riscossione cartelle in più rate

Maria Vincenza D'Egidio
4 Luglio 2024
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Viceministro Economia e FInanza Leo: “La riforma del fisco è completa, per altre misure servono fondi”

Snellire l’enorme magazzino di debiti fiscali, arrivato alla cifra di 1.200 miliardi, evitare che se ne crei uno simile in futuro e rendere la riscossione più veloce ed efficiente.

E’ con questi obiettivi che il governo porta a casa il decimo decreto della delega fiscale targata Meloni-Leo. Con i quattro già approvati in via preliminare e in attesa dei pareri e della seconda lettura, compreso quello del bonus Befana, la riforma a costo zero è praticamente completata.

Per ulteriori misure, ha affermato il viceministro delle Finanze, Maurizio Leo, serviranno a questo punto ulteriori risorse. Dopo i pareri parlamentari, il provvedimento sulla riscossione è tornato in cdm arricchito dei suggerimenti delle commissioni Finanze.

Due le misure essenziali: l’allungamento dei tempi per saldare i debiti con il fisco, con il passaggio graduale dalle attuali 72 ad un massimo di 120 rate mensili su un orizzonte di 10 anni, e quello che il viceministro delle Finanze, Maurizio Leo, ha definito il cuore del provvedimento, ovvero il discarico automatico delle cartelle non riscosse entro 5 anni.

Proprio per concentrare l’attività di riscossione sui crediti con maggiori possibilità di recupero, viene innanzitutto previsto un piano annuale delle attività di recupero svolte da Agenzia delle Entrate-Riscossione, da inserire nell’ambito della convenzione stipulata tra il Mef e l’Agenzia delle entrate.

Ma soprattutto, del primo gennaio 2025 entrerà in vigore il discarico automatico delle cartelle a 5 anni. In pratica, dopo cinque anni di tentativi (fallimentari) di riscossione, l’agente restituirà la cartella all’ente che l’ha emessa.

Per i carichi che saranno affidati nel 2025, il discarico automatico opererà al 31 dicembre 2030, per quelli che saranno affidati nel 2026 opererà al 31 dicembre 2031, e così via. A quel punto l’ente creditore potrà cercare di incassarli per conto suo, magari affidandosi a enti privati di riscossione e cartolarizzando qui la novità introdotta dopo l’esame parlamentare il credito.

«Sull’arretrato viene invece attuata un’operazione verità – ha spiegato ancora Leo – con l’istituzione di una commissione ad hoc che procede all’analisi del magazzino e successivamente relaziona al ministro dell’Economia, proponendogli le possibili soluzioni con precise scadenze».

Per i contribuenti che devono sanare i propri debiti fiscali viene peraltro introdotta la seconda novità essenziale del decreto: la semplificazione e l’allungamento della rateizzazione.

Il prossimo anno e anche nel 2026, per i debiti fino a 120mila euro, si potrà avere una dilazione in 84 rate mensili contro le 72 attuali. Nel 2027 e 2028 si passerà a 96 rate, mentre dal 2029 la dilazione si allungherà fino a 108 rate. A partire dal 2031 poi, a semplice richiesta, si potrà dilazionare ancora, arrivando a 120 rate mensili.

Per ottenere lo stesso numero di rate per i debiti superiori a 120.000 euro, invece, così come prevede la legislazione vigente nella cosiddetta rateazione straordinaria, il contribuente dovrà invece provare la propria situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria.

L’operazione non è indolore per i conti pubblici ed anche per questo è stata resa graduale. Nella relazione tecnica viene infatti stimato un costo complessivo dal 2025 al 2037 di circa 2,5 miliardi, coperti con il fondo taglia tasse.

Dal Cdm arrivano novità anche per le imprese. Con il via libera definitivo al decreto legislativo in attuazione della legge annuale per la concorrenza, i controlli sulle attività economiche diventano più semplici, nell’ottica di una maggiore collaborazione.

Le imprese più virtuose riceveranno un bollino di basso rischio, viene reso impossibile procedere in contemporanea a ispezioni diverse sullo stesso operatore e viene introdotto un periodo di ‘franchigia’ di 10 mesi per chi ha superato positivamente un controllo.

«Dalla logica sanzionatoria si passa alla prevenzione degli illeciti sulla base di una fiducia reciproca che incentiva i comportamenti virtuosi in un’ottica di premialità», ha spiegato il ministro della Pa Paolo Zangrillo.

Ancora il viceministro delle Finanze Leo ribadisce che la riforma fiscale è ormai completa e che per altri provvedimenti servono nuovi fondi.

Oltre ai 10 decreti fiscali approvati in via definitiva, il governo ha approvato in via preliminare altri 4 provvedimenti su dogane, imposizione indiretta, imposizione diretta e un primo correttivo su concordato, adempimento collaborativo, calendario fiscale.

«Con questo avremo un quadro completo della materia. Ulteriori interventi richiederanno ulteriori risorse – ha detto il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, in conferenza stampa dopo il Cdm – Sull’Iva, ha aggiunto, qualche passo avanti lo potremo fare con la revisione dei testi unici che abbiamo in cantiere: in attesa di reperire risorse possiamo avviare meccanismo di semplificazione. Non se ne parla, non c’è nessun provvedimento all’esame per la riapertura della rottamazione quater», ha poi concluso.

FOTO: Ansa
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