Al primo luglio la quota di clienti del mercato libero dell’elettricità è del 76,5%. Le famiglie preferiscono offerte a prezzo fisso, con sconto e da fonti green. Lo indica l’Arera nella relazione annuale, presentata a Parlamento e Governo, secondo cui a fine 2023 erano 30,2 milioni i clienti domestici per l’elettricità, di cui 8,9 milioni serviti in maggior tutela e circa 21,4 milioni nel mercato libero. Al primo luglio 2024 i clienti vulnerabili in maggior tutela sono 3,6 milioni mentre 8,4 milioni i vulnerabili che hanno scelto il mercato libero.
«Ad oggi le offerte disponibili sul mercato libero appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti». Lo ha evidenziato il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, facendo il punto sul passaggio al mercato libero dell’energia con la fine del meccanismo di tutela per il gas e l’energia elettrica rispettivamente da gennaio e dal primo luglio scorsi.
«Una verità grave e preoccupante che denunciamo da gennaio di quest’anno. Se, nel momento in cui si poteva approfittare della fine delle tutela per i non vulnerabili per accaparrarsi clienti, le offerte del libero sono tutte più care sia del Servizio di maggior tutela che del Servizio a tutele graduali, ci domandiamo cosa potrà accadere d’ora in avanti. Nulla di buono, evidentemente – si domanda Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Insomma, il mercato libero non sta funzionando e quindi bisogna che il legislatore si impegni subito a risolvere tutti gli annosi problemi mai davvero affrontati in questi anni. Altrimenti il rischio più che fondato è che quando verrà meno anche il regime transitorio attualmente vigente, si profilerà una ulteriore stangata per le famiglie italiane».
Besseghini ha evidenziato come, per quanto riguarda il gas, il mantenimento per i clienti non vulnerabili dell’offerta con il proprio fornitore con una tariffa definita Placet, in parte regolata, ha comportato comunque aumenti di spesa compresi tra il 3,7% ed il 12,5%. Diverso il caso dell’elettricità per il quale oltre al mantenimento della tariffa regolata per i clienti vulnerabili è stato introditto il meccanismo a tulete graduali, applicato a chi non ha scelto alcun fornitore diverso da quello del sistema di tutela, con asseganzione degli operatori a secondo dalle zone, mediante asta. «Al di là dei tecnicismi, il risultato delle aste ha determinato un vantaggio per il consumatore che è transitato nel servizio a tutele graduali di circa 113 euro/anno a parità di tutti gli altri costi», ha spiegato.
Nel 2023 in Italia i consumi del gas naturale hanno registrato un calo attestandosi a 60,3 miliardi di metri cubi (-10,4% rispetto al 2022) e la produzione nazionale ha registrato l’ennesima diminuzione (-12,2% decisamente superiore a quella del 2,4% registrato nel 2022) attestandosi a 2.728 mln m3. Il livello di dipendenza dall’estero è diminuito: nel 2023 il 96,3% del gas disponibile in Italia è arrivato dall’estero (era il 99% nel 2022).
Nel 2023 i consumi di energia elettrica si sono ridotti del 2,9%, con una flessione che ha interessato quasi tutti i settori con cali più rilevanti nell’agricoltura (-6,5%), nell’industria (-4%) e nel terziario (-2,1%). E cala la produzione nazionale. La domanda nazionale, infatti, è stata soddisfatta per poco meno dell’84% dalla produzione nazionale e per il 16,8% dal saldo con l’estero.