L’Antitrust ha avviato 6 istruttorie nei confronti di altrettanti influencer che promuoverebbero strategie per ottenere alti guadagni, non chiarendo peraltro che si tratta di pubblicità.
Il mondo degli influencer, dopo il caso Chiara Ferragni, sembra ormai essere stato scoperchiato e messo sotto torchio dalle Autorità competenti per cercare di limitare una deriva di guadagni su cui si palesano molte ombre.
I destinatari sono Luca Marani, Big Luca, Alessandro Berton, Hamza Mourai, Michele Leka e Davide Caiazzo.
L’autorità ha anche avviato quattro iniziative di moral suasion nei confronti delle influencer Ludovica Meral Frasca, Sofia Giaele De Donà, Milena Miconi ed Alessandra Ventura che pubblicherebbero su Instagram foto e video mettendo in evidenza brand, hotel e altre strutture turistiche, con le quali si ritiene possano intrattenere rapporti commerciali, senza utilizzare alcuna dicitura che evidenzi la natura promozionale di questi contenuti.
I sei influencer, scrive l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, promettono guadagni facili e certi.
Il commento sull’avvio di istruttoria nei confronti di 6 influencer e moral suasion per altri 4 per non aver dichiarato la finalità pubblicitaria e commerciale da parte dell’Unione nazionale consumatori e del suo presidente Massimiliano Dona.
«Speriamo che non si chiudano tutte le istruttorie con delle moral suasion ma con anche delle condanne, laddove ovviamente sia dimostrata la colpevolezza dell’influencer», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
«Abbiamo denunciato il fenomeno dell’influencer marketing per primi, fin dal 2017 ed è grazie al nostro esposto che furono varate all’epoca le prime linee guida dell’Antitrust nel luglio 2017, ma dopo tutte le denunce e anche le nostre vittorie, ricordiamo ad esempio quella contro Stefano De Martino, Cecilia Rodriguez e Stefano Sala su Glo Hyper e la Bat, il fenomeno continua a dilagare. Per questo urgono sanzioni che siano di esempio e fungano da deterrente. Basta con le chiusure con impegni», conclude Dona.