Su un totale di circa un miliardo e 320mila euro derivanti dall’otto per mille dell’Irpef, ripartiti nel 2024 e riferiti al 2020, poco meno del 70% (il 68,59%) sono stati destinati alla Chiesa cattolica, pari a poco più di 990 milioni.
Seguono lo Stato con circa 340 milioni (25,62%) e, più distante, la Chiesa Evangelica Valdese con 40 milioni (3,04%). E’ quanto emerge dai dati pubblicati sul sito del dipartimento delle Finanze del Mef.
Nessuna novità rispetto agli anni precedenti, anche se la percentuale dei contribuenti che destinano l’8 per mille alla Cei è in costante, anche se lieve, flessione negli ultimi anni: nel 2021 (anno di cui non si conosce ancora l’importo complessivo in euro dell’otto per mille, che sarà ripartito nel 2025) è stata indicata nel 69,52% del totale delle scelte espresse, mentre nel 2022 (anche in questo caso non si conosce l’importo, ripartito nel 2026) nel 67,28% del totale delle scelte espresse.
Per la Chiesa cattolica, a differenza delle altre confessioni, il meccanismo prevede l’erogazione di un acconto e di un conguaglio (riferito al terzo anno precedente), che per il 2024 ammonta a circa 80 milioni di euro.