Nella cornice delle cantine Bellavista a Erbusco, tra i vigneti della Franciacorta, si è svolto il primo evento di Forbes Italia dedicato agli chef più influenti della cucina italiana. Protagonisti della serata sono stati 25 cuochi di fama internazionale che, insieme ad altri 8 insigniti di premi speciali, sono saliti sul palco per ritirare il premio di Forbes.
Dopo il benvenuto di Massimo Tuzzi, ceo, e Vittorio Moretti, presidente di Terra Moretti, la parola è passata ad Alessandro Mauro Rossi, direttore di Forbes Italia, che ha spiegato l’anima dell’evento Most Powerful Chef.
A definire i criteri della classifica è stata invece Maddalena Fossati Dondero, direttore di La Cucina Italiana, che ha dichiarato: “Nel delineare questa lista non ho tenuto particolarmente conto di classifiche e guide, ma ho considerato anche l’impatto culturale e sociale che un cuoco/a esercita sul territorio e la comunità di persone che lo circonda. E anche quanto la sua filosofia di cucina influenzi la società, la ristorazione, la percezione della nostra tavola nel mondo. E non ultima ho considerato la sua abilità di divulgazione. Oggi il ruolo di uno chef va oltre il suo menu”.
Il primo degli 8 premi speciali “Spirito di squadra” è andato a Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini, Stefano Terigi. “Dividono la stessa cucina e nella loro città, Lucca, realizzano sogni e buoni sapori, insieme”, la motivazione.
A seguire, il premio speciale “Il Grande Ispiratore”, assegnato a Fulvio Pierangelini. “I piatti di Pierangelini hanno influenzato e ispirato i menu dei ristoranti di questo Paese. E la sua semplicità e l’approccio all’ingrediente hanno definito nuovi parametri della cucina italiana”.
Non presenti all’evento, Alfonso e Livia Iaccarino hanno ringraziato invece in un contributo video per il premio speciale “Visione”, ricevuto per la seguente motivazione: hanno fatto scelte difficili in epoche difficili. Hanno voluto raccontare la loro storia di cucina, hanno inventato la perfezione dell’ingrediente, la coerenza della cucina con il territorio. Oggi Don Alfonso è un luogo che guarda al futuro con un progetto di sostenibilità all’avanguardia.
A Giovanni e Alberto Santini è andato poi il premio “La nuova generazione”: Giovanni in cucina e Alberto in sala stanno scrivendo nuovi capitoli della grande cucina e ristorazione italiana seguendo le orme di Nadia e Antonio Santini.
Premio “Rising Star” per Michele Spadaro: appassionato sostenitore della cucina del Meridione, è l’astro nascente della cucina italiana con la sua filosofia semplice e legata alle radici.
Il premio speciale “Sostenibilità del Mare” è andato invece a Pino Cuttaia, che da sempre ha voluto occuparsi del mare, del “nostro mare”, l’etica nella pesca, il rispetto della biodiversità e della dimensione culturale del Mediterraneo.
A Diego Rossi è andato il premio “L’outsider”: piace ai cuochi, piace ai milanesi. Andare nel suo ristorante è impresa difficile. Diego è riluttante alle convenzioni. Geniale nel gestire una forma di ristorazione assolutamente contemporanea.
Ultimo premio speciale “Innovazione” per Heinz Beck. La sua cucina si basa sul concetto di benessere, circolarità, impiego totale della materia prima in tutta la sua essenza.
Le aziende che hanno supportato la serata: Acqua e Terme di Fiuggi, Mitilla, Urbani Tartufi, Caffè Krifi, Frantoio Sant’Agata, Sp Riso, BluRhapsody, Acetaia Bellei, Longino & Cardenal, Codanera, Domori, Caseificio Artigiana, Gin Mare, Rossocorsa, Bellavista.
Ultima posizione della classifica e 25esimo posto per Giancarlo Morelli. “Maestro di umanità”: E’ uno dei capisaldi della cucina italiana, la sua è una cucina delicata e piena di certezze. E ha anche tanta umanità, l’ingrediente più importante.
Numero 24 per Mauro Uliassi. “Versatilità e gruppo”: Cucina in continua evoluzione, Uliassi porta nella sua terra una ventata costante di novità con contaminazioni che ben si sposano con i sapori locali.
Al ventitresimo posto Riccardo Camanini. “L’outsider”: Tra modalità antiche e tecniche avanguardiste, la cucina di Camanini è nota tra i foodies di tutto il mondo.
Numero 22 Cristiano Tomei. “L’audace”: Creativo, coraggioso, fedele a se stesso, non cerca mai scorciatoie e resta sempre coerente con la sua personalità. Pochi compromessi, una presenza nella sua città preponderante.
Numero 21 Viviana Varese. “In prima linea”: Donna coraggiosa, sempre in prima linea nella difesa dei diritti, chef Varese ha una cucina in costante evoluzione, rassicurante e visionaria allo stesso tempo.
Ventesima posizione per Antonio Guida. “La squadra prima di tutto”: La qualità della cucina di Antonio Guida è cosa nota, ancora più straordinaria la sua visione di squadra e il sostegno alle cause che gli stanno a cuore.
Al diciannovesimo posto Caterina Ceraudo. “Territorio, valori, coraggio”: Determinata e coraggiosa, porta avanti la sua attività con forza e determinazione e una storia di famiglia di cui oggi è certamente la protagonista.
18esimo posto per Massimiliano Alajmo. “Ricerca ed eleganza”: La sua cucina di ricerca sensoriale delinea nuovi orizzonti nella cucina italiana e viaggia nel mondo con disinvolta consapevolezza.
Numero 17 Nunzio Di Costanzo. “Cuore e isola”: La cucina di Nino è pura emozione e di racconto della sua terra che ripaga organizzando Ischia Safari.
Sedicesimo posto Carlo Cracco. “Guardare oltre”: Un coraggio e determinazione non comuni. La sua cucina si è evoluta nel tempo grazie anche alla sua campagna che lo ha portato verso orizzonti nuovi.
Al numero 15 c’è Andrea Aprea. “Abilità partenopea”: Con la sua cucina che dialoga tra sorpresa e tradizione, Aprea ha riaperto il ristorante che porta il suo nome dimostrando una capacità imprenditoriale (e un coraggio) straordinari.
Quattordicesima posizione per Enrico Crippa. “Visionario”: Realizza piatti che diventano icone. Crippa arriva alla perfezione quando nel dialogo culinario entra l’arte contemporanea.
Tredicesimo posto per Ciccio Sultano. “L’umanista”: Porta la sua Sicilia oltre i confini dell’isola, si espande con discrezione ma definitiva certezza. Applica la filosofia del dialogo per gestire le relazioni all’interno della sua brigata, con una leadership esemplare.
Dodicesimo Moreno Cedroni. “Innovazione e ospitalità”: Da Moreno Cedroni si vive un’esperienza di ospitalità a tutto tondo, quella del grande ristorante e quella della famiglia. Anche se il cibo è avanguardia.
Undicesimo posto per Chiara Pavan. “Sostenibilità reale”: Ci vuole coraggio per usare ingredienti diversi, spesso “aggressivi” per l’ambiente (vedi i granchi blu) e inventare sapori unici. Così come portare avanti una ristorazione contemporanea, sull’isola di Mazzorbo a Venezia, realmente sostenibile.
Chiude la top ten Davide Oldani. “Dedizione al territorio, anima e cuore”: Oldani ha inventato un epicentro creativo culinario in un borgo della Lombardia e intesse ogni giorno nuove connessioni per la comunità a cui appartiene e di cui è leader indiscusso.
Nono Gennarino Esposito. “Leadership e passione”: Instancabile aggregatore della cucina italiana e maestro dei sapori della sua Campania, Gennarino dimostra una capacità unica di fare sistema e di avere una vera leadership.
Ottava posizione per Alessandro Borghese. “Divulgazione e talento”: Il più grande divulgatore della nostra cucina, ha reso il cibo il tema portante della televisione italiana. E ha saputo combinare uno spirito imprenditoriale con una ristorazione efficace e contemporanea.
Settimo posto per Antonia Klugmann. “La legge delle due C: coraggio e coerenza”: Antonia ha la forza di chi segue la sua strada dritta fino ad arrivare quasi in Slovenia. Lavora sulla purezza della nostra cucina senza compromessi, intellettualizza con disinvoltura i sapori senza snaturarli, anzi rendendoli unici e solo suoi.
Sesto Norbert Niederkofler. “Oltre la sostenibilità”: Norbert ha creato la filosofia Cook the mountains in tempi non sospetti e abbracciato decisione definitive. E ha creato una nuova grande cucina coerente con il contesto e una scuola di grandi cuochi.
Il quinto posto è di Enrcio Bartolini: “Maestro dell’archetipo”: Un mentore, una capacità indiscutibile di formare talenti, Enrico è uno chef univo nell’inventare un sistema virtuoso di riconoscimenti.
Quarto Niki Romito: “Una scuola di pensiero”: La purezza del sapore, la bellezza della semplicità, il lavoro sul vegetale, Niko ha saputo trovare la cifra giusta per raccontare la cucina a livello globale e delinearne i connotati nella sua definizione di purezza.
Terza posizione e ultimo gradino del podio per Famiglia Cerea: “La cucina della gioia”: La famiglia Cerea con Chicco, Bobo, Rossella e Francesco, con Paolo Rota rendono felici ogni giorno tante persone del nostro Paese e nel mondo. Sono la famiglia della cucina italiana.
Secondo solo a Bottura c’è Antonino Cannavacciuolo. “La grande cucina e la capacità di raccontarla”: “Una combinazione straordinaria, quella della cucina di Antonino Cannavacciuolo unita alla sua capacità di essere una potenza televisiva”.
E come già accennato al primo posto Massimo Bottura: “Il sostenitore ante litteram del valore culturale della cucina italiana”: Massimo Bottura è il cuoco italiano più conosciuto al mondo e con le sue tante attività ha definito l’inclusività come sistema.