Nuovo record per il debito pubblico italiano. A maggio è aumentato di 13,3 miliardi su mese, risultando pari a 2.918,9 miliardi. Lo rileva Bankitalia secondo cui l’aumento è dovuto al fabbisogno delle Pa (11,5 miliardi) e all’effetto di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (2,1 miliardi); in senso opposto ha agito la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (0,3 miliardi a 31,9).
«Ennesimo record storico! Non si arresta la corsa del debito. Una zavorra che pesa sulle future generazioni e che impedisce di fare manovre serie quando il Paese arranca ed è in difficoltà – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Se fosse un debito a italiano si tratterebbe di una stangata pari a 49 mila e 475 euro, se fosse a famiglia sarebbe addirittura pari a 110 mila e 563 euro».
Entrando nello specifico il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 13,6 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,3 miliardi; per gli Enti di previdenza è rimasto fermo.
La vita media residua del debito è stabile a 7,8 anni. La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 23,3% dal 23,5% di aprile. A maggio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 43,3 miliardi, in aumento del 7,1% (2,9 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023. Nei cinque mesi del 2024 le entrate tributarie sono state pari a 206,8 miliardi, in aumento del 7,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.