L’economia cinese frena più del previsto nel secondo trimestre, poiché una prolungata crisi immobiliare e l’insicurezza lavorativa hanno messo a dura prova una fragile ripresa, mantenendo vive le aspettative che Pechino dovrà mettere in atto ulteriori misure di stimolo.
In particolare su anno il Pil ha segnato una crescita annua del 4,7%, contro il +5,3% dei tre mesi precedenti e il +5,1% attesi. Su base congiunturale, ha riferito l’Ufficio nazionale di statistica, il rialzo del Pil è stato dello 0,7%, a fronte dell’1,6% del primo trimestre e dell’1,1% stimato dagli analisti.
Particolarmente preoccupante è stato il settore dei beni di consumo, con la crescita delle vendite al dettaglio che ha raggiunto il minimo degli ultimi 18 mesi, mentre le pressioni deflazionistiche hanno costretto le aziende a tagliare i prezzi su tutto, dalle automobili al cibo all’abbigliamento.
Le vendite al dettaglio cinesi sono aumentate del 2% su base annua a giugno, più lentamente rispetto all’espansione del 3,7% registrata a maggio, secondo i dati dell’Ufficio Nazionale di Statistica pubblicati oggi. Il ritmo di crescita ha anche mancato la crescita del 3,3% prevista dagli analisti intervistati da Reuters. Le vendite al dettaglio di beni di consumo, escluse le automobili, sono salite del 3% a 3,636 trilioni di yuan, con le vendite di beni di consumo nelle aree urbane che sono aumentate dell’1,7% a 3,514 trilioni di yuan e le vendite di beni di consumo nelle aree rurali che sono aumentate del 3,8% a 559,1 miliardi di yuan, ha detto l’ufficio.
Gli investimenti in immobilizzazioni urbane per i primi sei mesi dell’anno sono aumentati del 3,9%, in linea con le aspettative. Gli investimenti in infrastrutture e produzione hanno rallentato su base annua a giugno rispetto a maggio, mentre gli investimenti immobiliari sono diminuiti allo stesso tasso del 10,1%.
La crescita annua della produzione industriale a giugno ha superato le aspettative, attestandosi al 5,3%, rispetto alla stima del 5% di Reuters. La produzione ad alta tecnologia ha registrato un aumento dell′8,8% del valore aggiunto a giugno.
Il tasso di disoccupazione urbana a giugno è rimasto invariato rispetto al mese precedente al 5%, ha affermato l’ufficio. Gli ultimi dati disponibili hanno mostrato che il tasso di disoccupazione giovanile è rimasto alto, al 14,2% a maggio.
Secondo i dati nella prima metà dell’anno il reddito medio pro capite disponibile per i residenti della città è stato di 27.561 yuan (3.801 dollari), con una crescita nominale del 4,6% rispetto all’anno precedente. Il reddito disponibile rurale è cresciuto a un ritmo più rapido, con un aumento del 6,8% in termini nominali, ma, attestandosi a 11.272 yuan, è stato meno della metà di quello dei residenti urbani.
Intanto il Partito Comunista cinese ha dato il via al 20° Comitato Centrale. L’appuntamento di quattro giorni dovrebbe permettere di stabilire la direzione della politica economica e delle riforme ad eventuale sostegno. L’ultimo evento del genere si è tenuto nel 2018.