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Usa 2024, Trump a Milwaukee per unire l’America

Maria Vincenza D'Egidio
15 Luglio 2024
Usa 2024, Trump a Milwaukee per unire l’America
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Biden: “L’attentato a Trump ci impone un passo indietro. Non siamo nemici, siamo tutti americani”

Trump stava parlando quando sono stati uditi gli spari. La mano destra sul collo e il sangue, visibile sul volto. Il tycoon, colpito, si è subito accasciato a terra mentre la scorta si è precipitata sul palco tra la folla urlante. Successivamente protetto da un cordone di agenti, Trump si è rialzato e alzando il pugno ha reagito. La folla ha esultato e lui ha pronunciato la parola: “Fight”.

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14 Luglio 2024
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Sono stati questi i momenti concitati dell’attentato a Donald Trump, ieri, gli stessi momenti che potevano per sempre cambiare il corso della storia degli Stati Uniti d’America e del mondo stesso. Quei momenti che il mondo lo hanno scioccato, comunque la si possa pensare e da qualsiasi parte ci senta di schierarsi.

Il mondo non è rimasto in silenzio e per primo il presidente Usa Joe Biden ha parlato di passi indietro e di quanto un fatto simile in America è inaccettabile: «L’attentato a Donald Trump impone a tutti noi un passo indietro», così Biden in un discorso alla nazione dopo l’attacco all’ex presidente in Pennsylvania.

«Non siamo nemici, siamo tutti americani – ha aggiunto – La violenza politica non può essere normalizzata. Ribadisco – ha proseguito il presidente americano – che la posta in queste elezioni non è mai stata così alta, ci credo con tutto il mio cuore, ma dobbiamo abbassare i toni. La politica non può essere un campo di battaglia. Le decisioni si prendono nelle urne, con il voto, e non con le pallottole».

«Il disaccordo è inevitabile nella democrazia americana – ha detto Biden – Fa parte della natura umana. Ma la politica non deve mai essere un campo di battaglia letterale o, Dio non voglia, un campo di sterminio».

Il tentato assassinio dell’ex presidente Donald Trump a un comizio in Pennsylvania sabato ha causato la morte di un partecipante e dell’uomo armato, e altri due partecipanti sono ancora in condizioni critiche ma stabili. Trump è stato sfiorato da un proiettile e curato in un ospedale locale e dimesso sabato sera tardi.

La nazione è scossa e i rappresentanti eletti e le forze dell’ordine sono in stato di massima allerta, da Washington alla California, per eventuali ulteriori minacce.

L’FBI ha identificato il tiratore subito, ora deceduto, come Thomas Matthew Crooks, 20 anni, di Bethel Park, Pennsylvania, un repubblicano registrato. Ha usato un’arma semiautomatica acquistata legalmente.

E lui, il tycoon Donald Trum, sopravvissuto a un attentato, sarà nominato ufficialmente candidato alle elezioni presidenziali americane di novembre, durante la convention repubblicana che si terrà oggi a Milwaukee  in Wisconsin fino a giovedì.

Già atterrato a Milwaukee, Trump è sceso dall’aereo alzando il pugno, gesto ormai iconico, dopo l’attentato durante il comizio in Pennsylvania. Trump si è fermato sulla scaletta e ha alzato il pugno due volte, con la stessa determinazione con cui si è rialzato dopo essersi beccato un proiettile nell’orecchio.

«Sono salvo per aver distolto lo sguardo dalla folla per rivolgerlo verso uno schermo con gli appunti per il mio discorso», ha rivelato in una intervista al quotidiano conservatore Washington Examiner.

«Raramente distolgo lo sguardo dalla folla. Se non l’avessi fatto in quel momento, beh, non staremmo parlando oggi», ha spiegato l’ex presidente Usa. In un’intervista al quotidiano conservatore Washington Examiner e ha rivelato di aver completamente riscritto il suo discorso alla convention repubblicana.

«Giovedì avrei tenuto un discorso sconvolgente, uno dei più incredibili – ha spiegato Trump, che aveva intenzione di concentrarsi sulle politiche di Joe Biden – Onestamente, ora sarà un discorso completamente diverso», ha detto, descrivendolo come un’opportunità per unire il Paese e persino il mondo intero.

Un’opportunità che si sta dando il tycoon ancora una volta e che l’America, molto probabilmente, dopo l’attentato fallito e le polemiche sulla salute dell’attuale presidente Biden, vorrà di nuovo concedergli. Da molti parti, esperti, politologi e analisti della campagna elettorale Usa, stanno convenendo che quest’ultimo tragico atto potrebbe definitivamente consegnare la vittoria della presidenza a Donald Trump.

Riesce anche a ironizzare l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump: «Non dovrei essere qui, dovrei essere morto. Dovrei essere morto». Così Trump commenta in un’intervista al New York Post.

«Un’esperienza davvero surreale – la definisce il candidato repubblicano alla Casa Bianca – Il medico dell’ospedale ha detto di non aver mai visto nulla di simile, lo ha definito un miracolo», ha ancora spiegato Trump, che indossava una larga benda bianca sull’orecchio destro che il suo staff ha ripetutamente chiesto di non fotografare.

Trump ha anche chiarito un dettaglio sulle sue scarpe subito dopo l’attentato. Nel video della sparatoria e degli attimi immediatamente successivi, mentre gli agenti del Secret Service cercavano di portarlo giù dal palco, Trump ha invitato tutti a fermarsi un attimo: “Aspettate, voglio prendermi le scarpe”, ha detto.

«Gli agenti mi hanno colpito così forte che mi sono cadute le scarpe e le mie scarpe sono strette», ha detto con un sorriso, elogiando il personale della sicurezza per la loro azione tempestiva e per aver ucciso l’assassino, che era appostato su un tetto a circa 130 metri dal palco dove Trump stava parlando.

Poi Trump ha ironizzato sulla foto ormai iconica di lui con il pugno in aria mentre gli agenti dei servizi segreti lo portano via da comizio: «Molte persone dicono che è la foto più iconica che abbiano mai visto – ha detto – Hanno ragione e non sono morto. Di solito devi morire per avere una foto iconica».

Intanto Melania Trump, moglie del tycoon che i più appassionati di gossip vogliono distante dall’ex presidente da anni, dopo l’attentato delle scorse ore a Trump, è stata contattata dalla First lady Jill Biden. Secondo la Cnn un funzionario della Casa Bianca, la telefonata tra le due è stata breve e rispettosa.

Ma Melania Trump ha voluto rompere il silenzio e ringraziare chi ha salvato la vita al marito: «Quando ho visto quel violento proiettile colpire mio marito, Donald, ho capito che la mia vita e quella di Barron (il figlio dei due coniugi Trump) erano sull’orlo di un cambiamento devastante».

«Sono grata ai coraggiosi agenti dei servizi segreti e alle forze dell’ordine che hanno rischiato la propria vita per proteggere mio marito – ha affermato Melania in una dichiarazione, aggiungendo che – i giochi politici sono inferiori all’amore», esprimendo le sue condoglianze alle altre vittime della sparatoria e alle loro famiglie.

Mentre il candidato alle presidenziali repubblicane è già a Milwakee, una città blindata per la convention, l’FBI continua le indagini sul presunto attentatore. Due dispositivi sospetti sono stati trovati a casa di Thomas Matthew Crooks, entrambi sono stati inviati al laboratorio dell’FBI per una valutazione.
«L’FBI ha perquisito la casa e il veicolo dell’assassino per raccogliere ulteriori prove. I dispositivi sospetti trovati in entrambi i luoghi sono stati messi in sicurezza dagli artificieri e vengono valutati presso il laboratorio dell’FBI», ha riferito l’agenzia in una nota.
Tanti i commenti e le parole di vicinanza che sono arrivate, praticamente da tutto il mondo politico, solidarietà, sconcerto per l’accaduto ma anche di invito all’unità. Tutti i primi ministri e presidenti di tutte le potenze mondiali si sono uniti in un pensiero per l’ex presidente Usa Donald Trump, i più recenti il primo ministro del Canada Justin Trudeau, che ha parlato con Donald Trump condannando l’attentato contro l’ex presidente statunitense.
«Il primo ministro ha condannato il terribile tentativo di omicidio e ha ribadito che non c’è posto per la violenza politica. Il primo ministro ha augurato ogni bene all’ex presidente e ha fatto le sue condoglianze per le vittime della sparatoria e alla famiglia di Corey Comperatore», ha riferito l’ufficio di Trudeau in una nota.
Anche il Cremlino si è esposto in modo più crudo e duro rispetto agli Stati Uniti e alla loro politica. Il Cremlino non crede che l’attuale amministrazione degli Stati Uniti abbia organizzato l’attentato all’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ma ritiene che questa abbia comunque creato intorno a lui le condizioni perché succedesse.
Lo ha dichiarato il portavoce presidenziale Dmitry Peskov: «Non pensiamo né crediamo affatto che il tentativo di uccidere il candidato presidenziale Trump sia stato organizzato dalle attuali autorità, ma l’atmosfera che questa amministrazione ha creato durante la lotta politica, l’atmosfera attorno al candidato Trump, abbia provocato ciò che l’America si trova ad affrontare».
«Il sistema politico americano è tale che nella sua storia ha ripetutamente presentato al mondo intero un esempio di violenza all’interno del Paese durante la lotta politica», ha detto Peskov ricordando numerosi casi di ferimento e persino di assassinio di presidenti degli Stati Uniti.
«Lo stile di lavoro dell’attuale amministrazione è tale che preferisce affrontare tutte le questioni dalla posizione di forza, anche negli affari globali. Nessuno cerca mai di cercare compromessi – ha detto Peskov – Ora la violenza si è effettivamente spostata all’interno del paese».
«Gli Stati Uniti d’America dovrebbero fare un inventario della loro politica di incitamento all’odio contro gli oppositori politici, i paesi e i popoli, sponsorizzando il terrorismo» ha detto Zakharova sul suo canale Telegram.
FOTO: Ansa
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