La milanese Bring rappresenta un format che potrebbe (o dovrebbe) essere preso da esempio da altre aziende: è una realtà di donne, di sole donne. O meglio, di ingegnere. Con tutto ciò che di positivo ne consegue, in un ambiente tradizionalmente maschile.
Come spiega la fondatrice Britta Gelati, si tratta di una società di ingegneria nata nel 2021, dalle “ceneri” della sua attività come libera professionista. L’azienda offre consulenze in ambito edilizio e strutturale, in particolare sull’esistente. Nella città meneghina, i terreni edificabili sono praticamente esauriti e il mercato immobiliare richiede quindi competenze nell’ampliamento dell’esistente, in particolare sopraelevazioni, con tutte le perizie e studi di fattibilità del caso.
Gelati dice “è una società come tutte le altre”, ma in realtà non è così, proprio in virtù della propria peculiarità di genere: la femminilità porta creatività nel settore e non solo. Anche una maggiore capacità di mediazione, in ambienti tipicamente maschili, come i cantieri, ma anche nelle riunioni con immobiliaristi e impresari. L’approccio è evidentemente vincente, visto che sono molte le aziende e gli studi che hanno scelto Bring come proprio partner ingegneristico.
Ma, in realtà, il progetto di Gelati e delle sue colleghe è molto più ambizioso di un “semplice” successo professionale: è quello di creare un ambiente accogliente per tutte le giovani donne che intendono intraprendere una carriera nel settore STEM, portando il loro apporto femminile in settori ancora troppo riservati all’altro sesso. Femminili, vincenti e innovative. Donna e ingegnera, insomma, non è un ossimoro. Anzi, è il futuro.