Il governo argentino di Javier Milei ha dato il via oggi alla cosiddetta “Fase 2” della politica monetaria che punta alla completa sospensione di ogni nuova emissione monetaria con l’obiettivo di ridurre l’inflazione ancora attestata al 270% su base annuale.
Con questo fine il governo si finanzierà esclusivamente attraverso emissioni del Tesoro e non della Banca centrale argentina (Bcra) con un nuovo strumento che viene immesso sul mercato che si chiamerà Lettera Fiscale di Liquidità (LeFi).
Tale strumento sarà garantito, come suggerisce il nome, dalla politica fiscale e dall’avanzo di bilancio che il governo del leader ultraliberista assicura che sosterrà nel tempo.
La misura viene presa dopo la decisione dell’esecutivo di trasferire al Tesoro titoli di liquidità (Leliq) della Bcra per l’equivalente a circa 11 miliardi di dollari che obbligavano l’istituzione monetaria a emettere nuova moneta per il pagamento degli interessi.
La decisione del gabinetto economico di Milei se da una parte garantisce il raggiungimento di una delle condizioni per ridurre l’inflazione, dall’altra – secondo diversi analisti – genera timori in quanto l’avanzo fiscale potrebbe non essere sufficiente a garantire il pagamento del debito e il governo potrebbe vedersi obbligato a ulteriori tagli alla spesa in un contesto di forte depressione dell’attività economica.
Oltre a questo si sottolinea che la misura rappresenta una specie di escamotage per diminuire artificialmente i passivi della Banca centrale e migliorare il suo bilancio a costo di peggiorare quello del Tesoro.