«Sono onorata dell’endorsement di Joe Biden, mi guadagnerò la nomination e batterò Trump. Farò tutto ciò che è in mio potere per unire il partito democratico e unire la nostra nazione per sconfiggere Donald Trump e la sua agenda estremista». Lo ha detto Kamala Harris che si dice “onorata di essere stata la vice presidente di Joe Biden” ed elogia “il suo gesto generoso e patriottico“. «Abbiamo 107 giorni da qui alle elezioni, uniamoci e vinciamo!», esorta la vice presidente.
Il sostegno dei dem sarà semplice da ottenere. Il vicepresidente 59enne offre un’alternativa più giovane ai democratici , sempre più preoccupati per l’età e la forma fisica di Biden dopo la sua disastrosa performance nel dibattito contro Trump a giugno.
«I democratici si schiereranno attorno a lei. Sono certa che lo faranno – ha detto Carol Hamilton, membro del comitato finanziario della campagna di Biden, in un’intervista alla CNBC. – Non si può ottenere un curriculum migliore del suo candidandosi alla presidenza».
Harris, figlia di immigrati dall’India e dalla Giamaica, sarebbe la prima donna nera e individuo di origine sud asiatica ad assicurarsi la nomination di un partito importante. E’ determinata a fare il suo ma la strada è tutta in salita. Una delle principali questioni aperte sul futuro di Harris è scegliere il suo vice. Sono già stati proposti i seguenti nomi: il governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, il governatore del Kentucky Andy Beshear, il senatore dell’Arizona Mark Kelly, il governatore della Carolina del Nord Roy Cooper, il governatore dell’Illinois JB Pritzker, il segretario ai trasporti Pete Buttigieg e il governatore del Michigan Gretchen Whitmer.
Sebbene Harris abbia un notevole vantaggio grazie all’appoggio di Biden, non sarà la candidata democratica finché non raggiungerà il numero necessario di delegati. Biden ha rilasciato gli oltre 4.000 delegati che ha vinto durante le primarie. Quei delegati sono ora liberi di scegliere qualsiasi nuovo candidato. Il processo di nomina è pronto per iniziare come un appello virtuale all’inizio di agosto prima della Democratic National Convention di Chicago, che inizierà il 19 agosto.
Un candidato deve vincere la maggioranza dei delegati per assicurarsi la nomination. Se nessuno vince la maggioranza semplice, il processo di voto si ripeterà finché un candidato non vincerà la maggioranza e potrà essere ufficialmente designato candidato democratico.