Cresce, ma solo a livello cngiunturale, il settore industriale in Italia. L’Istat stima che l’indice in questione è in aumento a giugno, per il secondo mese consecutivo, con un +0,5% rispetto a maggio, mentre nella media del secondo trimestre si registra un calo dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti. In termini tendenziali l’indice complessivo è in diminuzione annua del 2,6%.
«Una disfatta! Una rovina! La produzione registra il 17° calo tendenziale consecutivo! Una caduta che dura ininterrottamente da gennaio 2023. Un quadro a dir poco allarmante. Sabbie mobili dalle quali si può uscire solo rilanciando la domanda interna, restituendo capacità di spesa alle famiglie – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Secondo lo studio dell’associazione, la produzione di giugno 2024, nei dati destagionalizzati, nel confronto con gennaio 2023, ossia prima che iniziasse la discesa, è inferiore del 4,1%. Per i beni di consumo il gap è del 6,1%, che diventa addirittura -10,2% per i beni di consumo durevoli. Il fatto che il dato peggiore sia quello dei beni di consumo durevoli, è la prova del 9 che il calo della produzione è legato strettamente alla difficoltà delle famiglie, costrette a rinviare l’acquisto di questi prodotti, meno obbligatori rispetto ad altri».