Nel momento peggiore della crisi economico-finanziaria, quando l’inflazione ha fatto schizzare in alto i prezzi di tutto, beni e servizi, i costi delle Rc Auto sono arrivati alle stelle tanto da preoccupare il Governo e far aprire un tavolo di trattative al ministero delle imprese. Ma il mondo delle assicurazioni non è solo Rc Auto ma comprende le assicurazioni sui servizi sanitari, sulla vita o sulle catastrofi naturali e terremoti. Tutto questo, comprese le nuove tecnologie e i rischi che comportano, sono stati tema di discussione durante l’intervista a Stefano De Polis, segretario generale di Ivass, con il nostro direttore editoriale Matteo Vallero presso gli studi di Business24tv a Roma.
Affrontiamo subito un argomento che ci tocca tutti, l’Rc Auto. I rincari sono stati importanti in questi mesi, tanto da aver richiamato l’attenzione del ministro delle imprese Urso, che ha aperto un tavolo. Come è attualmente la situazione, a fronte dei dati sull’inflazione che la vogliono in discesa?
«Per circa un decennio grazie agli interventi normativi e alle iniziative di Ivass il prezzo dell’Rc Auto si è progressivamente ridotto di circa il 23%, avvicinandosi al premio medio europeo. Questo trend si è ridotto nel 2022 quando l’inflazione ha iniziato a spingere in alto i prezzi. Lo scorso maggio un contratto Rc Auto ha avuto un prezzo medio di 400 euro, in aumento del 6,8%. Alla fine del 2023 i prezzi medi erano cresciuti di circa l’8%. Costi, che hanno inciso nelle tasche dei consumatori ma stiamo osservando che la crescita dei prezzi si sta leggermente riducendo. Il settore assicurativo, infatti, sconta con un ritardo di 6-9 mesi i movimenti dell’inflazione Comunque sul prezzo dell’rc auto incidono anche la storia dei guidatori e lo stato della viabilità stradale che è peggiore in alcuni aree territoriali. E c’è anche il tema del costo dei pezzi di ricambio, sul quale ha influito in modo determinante l’inflazione».
Quali sono le proposte e le iniziative concrete di Ivass per tutelare i risparmiatori?
«Le nostre iniziative sono indirizzate alle imprese a ai consumatori. Abbiamo messo a disposizione dei consumatori Preventivass, uno strumento senza fini commerciali che consente al consumatore di comparare i prezzi delle polizze offerte dalle varie compagnie. Le compagnie sono obbligate a quotare il contratto base dell’rc auto su questo preventivatore. Abbiamo accertato tuttavia che le imprese espongono sul preventivatore un prezzo superiore a quello che poi praticano al cliente e questo disincentiva il cliente stesso all’utilizzo di Preventivass. Continuiamo a sensibilizzare le compagnie affinchè espongano i prezzi reali. Preventivass è uno strumento a tutela dei consumatori ed è in grado di stimolare la concorrenza tra le compagnie. Ne incentiviamo l’utilizzo. È poi di qualche giorno fa l’approvazione del Decreto Legge che consente la portabilità di dati della scatola nera. È un’innovazione importante perché consente ai consumatori di spostarsi da una compagnia all’altra portando dietro i benefici economici della loro storia di guida. Un altro passo quindi a favore della concorrenza tra le imprese. Abbiamo svolto un’indagine per accertare la chiarezza dei contratti assicurativi e richiamato le compagnie a maggiore trasparenza e semplicità. Investiamo molto per accrescere la consapevolezza del consumatore.
Spesso il nostro contratto assicurativo risulta difficile da decifrare, tanto che non tutti capiscono bene il significato di ciò che sottoscrivono. Cosa può fare IVASS per migliorare la comprensibilità dei contratti?
«Semplificazione e chiarezza dei contratti sono fondamentali anche per il rapporto di fiducia tra impresa e assicurato e riducono il contenzioso. Il linguaggio assicurativo resta ancora molto tecnico e di natura giuridico-legale. Anche a questa difficoltà di comprensione è riconducibile la forte sottoassicurazione presente in Italia. Nel 2023 abbiamo analizzato con una società specializzata un campione di contratti ramo danni di una trentina di assicurazioni per valutarne il livello di comprensione. Dopo un’analisi semantica del testo con l’aiuto di strumenti di AI, è emerso che molti contratti erano difficili da leggere. Abbiamo dato indicazioni alle compagnie assicurative su come semplificare il testo senza far venire meno i profili giuridici che danno certezza alle stesse compagnie. Di recente abbiamo semplificato l’informativa precontrattuale che i distributori dei prodotti devono consegnare ai clienti. Oggi queste informative non devono essere più lunghe di tre pagine rispetto anche alle 30/35 precedenti. Anche gli assicurati però possono sviluppare la loro conoscenza assicurativa, grazie anche agli strumenti di informazione forniti direttamente da Ivass.
Quale ruolo può avere l’educazione assicurativa nel rapporto tra compagnie e cliente? Ci può fornire dei suggerimenti e delle linee guida utili per poter scegliere la migliore assicurazione in base alle proprie necessità?
« Avere una cultura assicurativa ci permette di tutelare noi stessi. Chiunque si avvicini a un contratto deve avere chiaro quali rischi è disposto a correre direttamente e quali vuole trasferire a una compagnia assicurativa. Deve capire quali sono i diritti e i doveri che scaturiscono dal contratto stesso e valutare se tutto questo risponde al meglio alle sue esigenze di protezione. Nel 2022 abbiamo fatto un’indagine, insieme a Edufin e Doxa, che ha rivelato quanto il livello di conoscenza degli italiani in tema assicurativo sia basso: il concetto di franchigia o scoperto non è chiaro, ad esempio. Andando nel dettaglio, le donne ne sanno meno degli uomini, gli under 35 sono meno informati dei più adulti, gli abitanti del Centro Sud sono meno consapevoli di quelli del Nord, e i cittadini con livello di istruzione più basso sono ancora meno ferrati. Su questi gap però si può lavorare con iniziative di cultura assicurativa a favore dei consumatori, rendendoli più consapevoli. Sullo sviluppo della cultura assicurativa stiamo facendo davvero parecchio. Quest’anno abbiamo messo online 10 podcast ‘Te l’assicuro’, che spiegano le caratteristiche delle polizze e rispondono ai dubbi più comuni degli utenti. Sono disponibili gratuitamente su tutte le principali piattaforme e sul canale youtube di IVASS. Stiamo, inoltre facendo un grande lavoro nelle scuole dei tre ordini: abbiamo rivisto i quaderni didattici, le guide docenti e stiamo avviando programmi di formazione per gli insegnanti. Portiamo in giro per l’Italia un road show dedicato a scuole medie secondarie superiori per avvicinare i giovani al mondo delle assicurazioni. La giornata dell’Educazione Assicurativa che si terrà il 6 novembre sarà dedicata all’inserimento dell’educazione assicurativa nei programmi scolastici di recente prevista dalla Legge di Bilancio».
L’intervista completa a Stefano De Polis (Segretario generale Ivass) è andata in oda sul canale 410 del digitale terrestre
Assicurazione non è solo Rc Auto. Le conseguenze di recenti eventi climatici estremi ma anche gli eventi naturali stanno imponendo un diverso ruolo alle assicurazioni. L’intervento pubblico non sempre riesce a far fronte ai danni causati con la celerità necessaria. Le compagnie interverranno? Esiste un’indagine IVASS sulle polizze contro le catastrofi naturali. Significa che il sistema assicurativo è già pronto, ci sono già i prodotti?
«L’Italia, per le caratteristiche geomorfologiche del suo territorio,è particolarmente esposta a calamità naturali, derivanti sia da eventi climatici, che da terremoti. Sono calamità che possono provocare terribili perdite umane e determinare anche ingenti danni economici a famiglie e imprese. Tali danni sono stati finora risarciti grazie all’intervento pubblico mentre le assicurazioni hanno avuto un ruolo marginale. Ma le risorse pubbliche da sole non riescono a far fronte ai danni derivanti da queste catastrofi e non sempre riescono ad essere tempestive, con conseguenze in termini di ritardi nella ripartenza delle attivita economiche. Da qui la necessità di un partenariato pubblico e privato e la legge di bilancio 2024 che ha introdotto l’obbligo per le imprese, tranne quelle agricole, di stipulare entro dicembre di questanno polizze a copertura dei danni causati da eventi estremi come inondazioni, frane, sismi, alluvioni, esondazioni. Le compagnie assicurative sono obbligate, a loro volta, a offrire contratti e potranno avvalersi di una garanzia messa a disposizione della Sace a fronte di eventuali indennizzi che dovranno essere pagati. Stiamo collaborando con Mimit e Mef per definire il decreto che disciplinerà le modalità di attuazione entro la fine del 2024. E’ possibile che dalle imprese si passi anche alle abitazioni private, come previsto in un testo di legge attualmente in discussione al Parlamento.
In Italia, anche per caratteristiche demografiche si tende a stipulare polizze con coperture più ampie. Come sta cambiando il rapporto assicurativo con l’invecchiamento della popolazione media?
«Dopo il Giappone, l’Italia è il secondo Paese al mondo per invecchiamento della popolazione. La speranza di vita alla nascita è a 65 anni di età nel 2023 e risulta in aumento pari a 83,1 anni. I 65enni rappresentano oggi il 24% della popolazione e si stima che nel 2060 saranno una quota tra il 30 per gli uomini e il 36% per le donne. L’invecchiamento richiede un incremento dei servizi sanitari che il settore pubblico immaginiamo faticherà a soddisfare pienamente, così il settore assicurativo può aiutare a sopperire alle mancanze del pubblico, con forme di collaborazione. Oggi lo Stato spende circa il 2% del PIL per il long care, circa 38 miliardi di euro, i privati ne pagano già altri 33 miliardi, mettendo insieme queste due componenti si potrebbero garantire alla popolazione delle soluzioni long term care adeguate. Le esigenze nei prossimi anni andranno a aumentare e si sta cercando di ipotizzare un modello ottimale tra interventi pubblici e privati».
Veniamo invece a questioni più tecnologiche e innovative, prima fra tutte la campagna di Ivass sulla cybersecurity. E’ un fenomeno che coinvolge anche le assicurazioni e in che modo?
«Questo fenomeno coinvolge le assicurazioni come tutti i cittadini, l’automazione ha generato benefici ma sono nati nuovi rischi. In particolare, il rischio cyber: i nostri dati personali sono sul web e possono essere usati in modo improprio. Nel modo assicurativo un esempio concreto del rischio informatico lo vediamo con i siti di falsi intermediari assicurativi. Ogni settimana ne oscuriamo 4/5. Sono delle vere e proprie truffe: assumono spesso le sembianze di compagnie vere e vendono polizze rc auto inesistenti Il consumatore corre un doppio rischio: perdere i soldi della sottoscrizione della polizza e scoprire nel momento di un controllo di polizia o peggio di un incidente, di non essere coperto da assicurazione. Le campagne informative che abbiamo fatto sono servite a sollecitare l’attenzione degli agenti e dei cittadini che oggi sono parte attiva della segnalazione dei siti fake. I consumatori devono prestare molta attenzione quando viene richiesto loro di pagare un premio tramite accredito in carta ricaricabile, che è peraltro vietato dalle norme, quando i contatti sono solo via messaggistica veloce o quando viene chiesto pagamento su un Iban che non ha come controparte una banca. Le stesse imprese assicurative possono essere sotto attacco informatico. Da inizi del 2025 entrerà in vigore il Digital Operational Resilience Act, che impone alle imprese finanziarie di portare ai massimi livelli i profili di attenzione di resilienza sui rischi cyber. Ci sono compiti nuovi di verifica della capacità delle imprese di resistere all’attacco, con vere e proprie prove di attacchi cyber, sulla capacità di entrare e creare disservizi».
Intelligenza artificiale nel settore assicurativo. È sicuramente uno strumento di evoluzione ma in cosa può davvero fare la differenza?
«E’ uno strumento importante, iniziamo un po’ tutti a usarla con grande consapevolezza. Le compagnie di assicurazione la utilizzano per automatizzare i processi, personalizzare i prodotti e migliorare i modelli statistici. L’AI è usata per stimare i rischi e per fare consulenza attraverso le chatbox ma anche per la gestione dei sinistri, rendendola più veloce, e la prevenzione frodi, un fattore che incide sui premi e a cui le compagnie di assicurazione sono molto esposte. L’AI ha anche un rovescio della medaglia per cui alle compagnie e’ chiesto di applicare queste tecnologie nel rispetto dei diritti delle persone e di evitare abusi in termini di riservatezza e ingiusta discriminazione. Anche la normativa europea, il Digital Act sta lavorando in questo senso, per evitare che questa nuova e fondamentale tecnologia possa essere utilizzata in maniera distorta».
Tante le opportunità e soprattutto le iniziative di Ivass per il mondo assicurativo. De Polis sottolinea più volte l’importanza di una vera e propria educazione assicurativa, che porta a una maggiore consapevolezza da parte degli assicurati e possibilità di scegliere al meglio secondo le proprie esigenze.