La lotta al sommerso nel settore degli affitti brevi si prepara a cambiare passo. Mancano poche settimane alla fine della fase sperimentale in sette Regioni e, quindi, all’attivazione a pieno regime del Codice identificativo nazionale (Cin), dedicato proprio a queste locazioni. La fase due del Cin si metterà in moto dal primo settembre.
A quel punto, nel giro di qualche settimana, finiranno sotto la lente circa 500mila locazioni che, attraverso analisi incrociate, saranno analizzate dall’agenzia delle Entrate. E che, oltre a multe piuttosto salate, rischiano la sanzione più pesante: le piattaforme (come Booking e Airbnb) si sono impegnate negli incontri con il Governo a non pubblicizzare più annunci senza Cin.
In attesa di questi cambiamenti, il settore delle locazioni turistiche brevi sta affrontando settimane caldissime. Dopo Puglia, Veneto, Abruzzo, Calabria, Lombardia, Marche e Sicilia, proprio in questi giorni sono entrate nella sperimentazione Sardegna, Liguria e Molise.
Ma la batteria di Regioni nelle quali sarà adottato il Codice nazionale è ancora lunga: Basilicata e Provincia autonoma di Bolzano saranno le prossime. Poi si passerà, in questo ordine, ad Emilia-Romagna, Lazio, Toscana, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Campania.
Tutte dovranno avviare la fase sperimentale entro il mese di agosto.
In base all’ultimo aggiornamento del ministero del Turismo, nelle banche dati sono presenti circa 16mila Cin. Poco più di 6mila in Puglia, che è anche la prima Regione ad avere attivato la sperimentazione. Veneto e Lombardia sono intorno ai 3mila codici a testa, la Sicilia è sopra i 2mila.
Sono quote ancora parziali del totale delle strutture presenti nel territorio delle diverse Regioni, complessivamente, solo nelle sette già attive da qualche settimana, ce ne sono quasi 218mila.
Infatti, quando viene attivata la sperimentazione, non c’è una trasmigrazione automatica dei codici regionali, già emessi in passato, nel sistema nazionale. Viene, invece, prima attivata la piena interoperabilità tra sistemi nazionale e regionale.
A quel punto, l’utente può completare le informazioni richieste per ottenere un Cin provvisorio che, una volta entrata a regime la banca dati nazionale tra qualche settimana, diventerà definitivo, mantenendo anche il suo formato.
Per questo motivo, i numeri raggiunti finora per il ministero sono «un buon risultato, calcolando che le Regioni entrano una alla volta in fase pilota e che questa fase è funzionale a portare tutte le Regioni in interoperabilità, mentre i database regionali sono molto diversi fra loro».
In questo momento, insomma, non si guarda tanto ai numeri quanto piuttosto a mettere il sistema a regime in tempo per la partenza di settembre.