La banca centrale australiana ha deciso di non intervenire e lasciare i tassi di interesse al 4,35% confermando di fatto il livello di novembre. Sebbene il board abbia evidenziato che l’inflazione è diminuita dal picco del 2022, anche grazie alle misure prese, resta al di sopra del punto medio dell’intervallo target del 2-3%. Stando a quanto dichiarato da fonti della banca, infatti, “gli ultimi numeri dimostrano anche che l’inflazione si sta dimostrando persistente”.
Secondo la RBA, “le prospettive economiche sono incerte e i dati recenti hanno dimostrato che il processo di ritorno dell’inflazione al target è stato lento e accidentato”. Le previsioni parlano di un ritorno all’interno del range di riferimento del 2-3% verso la fine del 2025 avvicinandosi al punto medio nel 2026. Sempre dalla RBA fanno notare che “lo slancio dell’attività economica è stato debole, come dimostrato dalla lenta crescita del PIL, dall’aumento del tasso di disoccupazione e dalle segnalazioni che molte aziende sono sotto pressione. E c’è il rischio che i consumi delle famiglie riprendano più lentamente del previsto, con conseguente continua crescita debole della produzione e un evidente deterioramento del mercato del lavoro”.
In conclusione, la RBA ha affermato che “i dati hanno rafforzato la necessità di rimanere vigili sui rischi al rialzo per l’inflazione e il Board non sta escludendo nulla. La politica dovrà essere sufficientemente restrittiva finché il Board non sarà sicuro che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso l’intervallo target”.