Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha dichiarato in modo errato i legami dell’app di social media con la Cina, esortando la corte a revocare una legge che impone a ByteDance, con sede in Cina, di vendere le attività statunitensi di TikTok, pena il divieto.
TikTok, che ha intentato causa per annullare la legge, ha affermato che il Dipartimento di Giustizia ha commesso errori fattuali nel caso. Gli avvocati del dipartimento hanno affermato il mese scorso che l’app rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale, consentendo al governo cinese di raccogliere i dati degli americani e manipolare segretamente i contenuti che vedono.
Giovedì TikTok ha affermato che è indiscusso che il motore di raccomandazione dei contenuti dell’app e i dati degli utenti sono archiviati negli Stati Uniti su server cloud gestiti da Oracle e che le decisioni di moderazione dei contenuti che riguardano gli utenti statunitensi vengono prese negli Stati Uniti
Firmata dal presidente Joe Biden il 24 aprile, la legge dà a ByteDance tempo fino al 19 gennaio per vendere TikTok o affrontare un divieto. La Casa Bianca afferma di voler vedere la fine della proprietà cinese per motivi di sicurezza nazionale, ma non un divieto su TikTok.
La corte d’appello terrà la discussione orale sulla contestazione legale il 16 settembre, posticipando la questione del destino di TikTok alle ultime settimane delle elezioni presidenziali del 5 novembre.
Il candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump si è unito a TikTok e a giugno ha dichiarato che non avrebbe mai sostenuto un divieto di TikTok.
La vicepresidente Kamala Harris, candidata democratica alla presidenza, si è iscritta a TikTok a luglio e ha sfruttato i social media come parte della sua strategia di campagna.
Giovedì TikTok ha sostenuto che la legge avrebbe privato l’azienda dei suoi diritti di libertà di parola, contestando l’affermazione del Dipartimento di Giustizia secondo cui le decisioni sulla cura dei contenuti dell’app di brevi video sono “il discorso di uno straniero” e non sono protette dalla Costituzione degli Stati Uniti.
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