La vicepresidente degli Stati Uniti e candidata alla Casa Bianca Kamala Harris propone di aumentare l’aliquota dell’imposta sulle società dal 21% al 28%. Si tratta della sua proposta che, in caso di vittoria, potrebbe diventare legge. Un’eventualità ancora da verificare dal momento che per arrivare a questo servirà l’ok di Camera e Senato i cui membri, in gran parte, saranno a loro volta rinnovati con le prossime elezioni. Le stesse che decideranno il nome del prossimo presidente USA.
Secondo il Comitato per il bilancio federale responsabile, un gruppo di pressione apartitico, la proposta di Harris ridurrebbe il deficit degli Stati Uniti di 1.000 miliardi di dollari nell’arco di un decennio.
Secondo James Singer, portavoce della campagna di Harris, sarebbe “un modo fiscalmente responsabile per rimettere i soldi nelle tasche dei lavoratori e garantire che i miliardari e le grandi aziende paghino la loro giusta quota”.
Ma anche una mossa per cancellare quanto fatto dal suo avversario, nonché ex presidente e candidato a sua volta ad un nuovo incarico, Donald Trump. Il tycoon, infatti, durante la sua amministrazione aveva tagliato la stessa aliquota da 35% al 21% implementando anche altre agevolazioni fiscali che sono destinate a scadere l’anno prossimo. Da parte sua, invece, Trump ha già annunciato di voler rendere le agevolazioni permanenti.