I dati INPS evidenziano, per la fine del 2023, 834mila lavoratori domestici contribuenti , in calo del 7,6% sul 2022, dopo il recente aumento derivante anche dall’impatto del Covid. “i lavoratori domestici contribuenti all’INPS sono stati 833.874, in flessione per il secondo anno consecutivo (-7,6% rispetto al 2022) dopo i consistenti incrementi del biennio 2020-2021 dovuti ad una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all’entrata in vigore della norma che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari (decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 Rilancio)”.
Un settore che nel 2023 è ancora dominato dalle donne, sebbene abbia visto un leggero calo nel 2023 (-4,6%). Sono infatti le donne a rappresentare il 60,2% del totale e nello specifico, le italiane rappresentano il 28,3% del totale.
Guardando alla voce riguardante il genere, si nota che il calo più forte riguarda gli uomini stranieri con un -27%. La stessa categoria, però, era quella che aveva fatto registrare il rialzo più marcato tra il 2019 e il 2021 con un +67,6%.
Un settore che nel 2023 è ancora dominato dalle donne, sebbene abbia visto un leggero calo nel 2023 (-4,6%). Sono infatti le donne a rappresentare il 60,2% del totale e nello specifico, le italiane rappresentano il 28,3% del totale.
Secondo Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, “nonostante il calo registrato nell’ultimo biennio, il lavoro domestico si conferma un settore vitale, con oltre 800 mila lavoratrici e lavoratori contribuenti all’INPS. A questi vanno aggiunti però i molti lavoratori ancora nell’informalità, trattandosi del settore con il più alto tasso di irregolarità in Italia. L’esperienza vissuta durante la pandemia ha dimostrato che le famiglie sono pronte ad assumere e regolarizzare i lavoratori domestici appena lo Stato predispone strumenti fiscali e agevolazioni. Da anni, infatti, le associazioni datoriali chiedono tutele e sostegno, anche nella prospettiva della riforma della non-autosufficienza, che ancora attende lo stanziamento di adeguate risorse”.