Nel secondo trimestre il Pil in Italia è cresciuto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% nei confronti del secondo trimestre del 2023. Lo comunica l’Istat confermando le stime iniziali diffuse lo scorso 30 luglio.
«Dato allarmante! Il Paese è fermo. I consumi finali nazionali non crescono sul trimestre precedente e addirittura scendono dello 0,1% sul secondo trimestre 2023. Insomma, i consumi, che rappresentano il 60% del Pil, forniscono un contributo nullo alla crescita – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Inevitabile, quindi, che in queste condizione l’Italia cresca solo dello zero virgola. Urge una manovra che concentri le poche risorse disponibili ad aiutare le famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, colpite più di tutte le altre dal caro vita. L’inflazione è ora relativamente bassa, ma il decollo dei prezzi del 2022 pesa ancora come un macigno sulle tasche degli italiani».
La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per 0,1 punti percentuali con un apporto positivo di 0,1 punti sia della componente dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, sia di quella degli investimenti fissi lordi. Per contro la componente della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP) ha sottratto 0,1 punti percentuali alla crescita del Pil. Positivo anche il contributo della variazione delle scorte, in misura di 0,4 punti percentuali, a fronte dell’apporto negativo della domanda estera netta per 0,3 punti percentuali.
La crescita acquisita per il 2024 è pari allo 0,6%. Lo comunica Istat, dopo la conferma delle stime per il secondo trimestre sull’andamento del Pil.
«Non sorprendono i dati del Pil italiano del secondo trimestre del 2024, che confermano le stime preliminari diffuse a fine luglio. Tuttavia, tra le righe emerge un dettaglio significativo: la crescita acquisita per il 2024 è ora stimata allo 0,6%, leggermente inferiore rispetto alla precedente previsione dello 0,7%, rilasciata sempre a fine luglio – commenta Gabriel Debach, market analyst di eToro. – Questa revisione riflette un contesto economico complesso e sfidante, con la debolezza della domanda estera netta, in particolare della Germania, che ha sottratto 0,3 punti percentuali alla crescita del PIL. Allo stesso tempo, i settori agricolo e industriale continuano a incontrare difficoltà significative. La crescita del PIL italiano nel secondo trimestre del 2024 è stata quindi debole e riflette una situazione economica caratterizzata da fattori contrastanti. Mentre la domanda interna ha sostenuto leggermente l’economia, il contributo negativo della domanda estera netta e le difficoltà nei settori agricolo e industriale mostrano le sfide che il paese sta affrontando».