L’attività manifatturiera sudafricana è crollata nel mese di agosto, cancellando i guadagni del mese precedente e indicando condizioni di business altamente volatili, secondo un sondaggio dell’Indice dei Responsabili degli Acquisti (PMI), condotto oggi. In particolare il dato è sceso a 43,6 punti da 52,4 in luglio, finendo in contrazione, perché ben al di sotto della soglia critica dei 50 punti.
«Questo calo sottolinea le sfide che il settore deve affrontare tra l’incertezza politica in corso, l’inflazione elevata ma in rallentamento, i costi di prestito elevati e la domanda fiacca sia a livello globale che nazionale – ha dichiarato la banca locale Absa, che sponsorizza il sondaggio, in un comunicato. – Questi fattori hanno ostacolato la capacità del settore di mantenere lo slancio visto a luglio, portando al quinto mese nel 2024 in cui il PMI è caduto in territorio di contrazione».
Il Sud Africa è l’economia più grande e avanzata dell’Africa subsahariana, sostenuta da una ricchezza di risorse naturali e da una base industriale diversificata, ma deve far fronte a vincoli strutturali persistenti, come l’elevata disoccupazione, le carenze di energia elettrica, il pessimo stato di diverse infrastrutture necessarie come il sistema idrico, ferroviario e portuale.
Nel 2023 il Pil è cresciuto poco a causa dei limiti causati dal prolungato razionamento di energia elettrica e secondo gli analisti continuerà ad essere tiepida anche nel 2024 e 2025, risentendo dei vincoli fiscali, della lentezza dei progressi nelle riforme a sostegno della crescita e della bassa produttività del lavoro. È però previsto che il Paese riprenderà una crescita più sostenuta nel 2026-27.