Volkswagen valuta per la prima volta la possibile chiusura di stabilimenti in Germania nel tentativo di implementare il suo programma di taglio dei costi. Secondo Bloomberg, potrebbe anche essere messo in discussione il patto di salvaguardia dei posti di lavoro fino al 2029 siglato con i sindacati, che da parte loro potrebbero opporsi con forza al progetto.
Le ipotesi sarebbero concentrate su un grande impianto di produzione di veicoli e una fabbrica di componenti. Qualsiasi chiusura rappresenterebbe la prima in Germania durante gli 87 anni di storia dell’azienda.
«L’ambiente economico è diventato ancora più duro e nuovi attori stanno investendo in Europa – spiega il Ceo di Volkswagen Oliver Blume – La Germania come sede aziendale sta restando ulteriormente indietro in termini di competitività», aggiunge Blume.
Intanto le azioni Volkswagen quotate sul DAX hanno reagito al nuovo programma di riduzione dei costi della casa automobilistica con significativi guadagni di prezzo nel pomeriggio. Alla fine della giornata, le azioni erano in rialzo del 2,1 percento a 98,24 euro, collocandosi al primo posto nel principale indice tedesco, praticamente invariato.
Le azioni Volkswagen hanno avuto un andamento negativo quest’anno. Il calo dall’inizio dell’anno ammonta a ben il dodici percento, mentre il settore automobilistico europeo è sceso solo del 2,8 percento in questo periodo. Un analista ha sottolineato che il margine di profitto operativo (margine EBIT) di VW è sceso ad appena lo 0,9 percento nel secondo trimestre e che la dirigenza punta ad una cifra del 6,5 percento entro il 2026.
L’analista Salah-Eddine Bouhmidi del broker IG ha parlato di un palese programma di riduzione dei costi da parte di Volkswagen, mirato proprio ai margini futuri del Gruppo. Ritiene che altri gruppi seguiranno Volkswagen con programmi di riduzione dei costi. I prezzi di produzione rimarranno ad un livello elevato, anche se l’inflazione diminuirà.