L’attività del settore privato non petrolifero egiziano è passata in espansione ad agosto per la prima volta in oltre tre anni, grazie alla stabilizzazione della domanda e al miglioramento dell’economia, secondo un sondaggio condotto oggi. L’indice S&P Global Purchasing Managers’ Index per l’Egitto è migliorato a 50,4 punti rispetto a 49,7 di luglio, superando la soglia critica dei 50 punti.
Il settore privato non petrolifero dell’Egitto ha subito una contrazione mensile dal novembre 2020.
Il sottoindice della produzione è balzato a 50,4 in agosto da 49,2 in luglio, la lettura più alta da novembre 2020. Il sottoindice dei nuovi ordini è invece rimasto in contrazione, salendo però a 49,4 punti in agosto da 49,3.
L’Egitto, indebitato all’inverosimile, sta precipitando verso l’abisso finanziario. Il Paese è vittima della crisi economica globale, prima l’emergenza del coronavirus e il conseguente crollo dei proventi del turismo e poi la guerra in Ucraina. Nei fatti, la guerra ha avuto un grande effetto sul più grande importatore di grano al mondo. Russi e ucraini, inoltre, rappresentavano prima della guerra un terzo dei turisti in Egitto. Tuttavia, per la maggioranza degli osservatori, come illustri economisti, il paese è “rimasto intrappolato in un ciclo di prestiti che è diventato insostenibile”.
Il suo debito è pari all’85,6% della sua economia, secondo l’Fmi.