I democratici della Commissione di vigilanza della Camera hanno chiesto a Donald Trump di fornire la prova di non aver mai ricevuto denaro dall’Egitto, in seguito a una recente segnalazione di un prelievo di quasi 10 milioni di dollari dalla banca statale del Paese, pochi giorni prima che Trump diventasse presidente nel 2017.
In una lettera, i democratici hanno affermato che stavano indagando sulle accuse secondo cui Trump avrebbe accettato una “tangente in denaro” dal presidente egiziano e che l’ex procuratore generale Bill Barr e altri avrebbero bloccato un’indagine del Dipartimento di Giustizia su quella potenziale tangente.
«Sicuramente saresti d’accordo che il popolo americano merita di sapere se un ex presidente, e un attuale candidato alla presidenza, ha ricevuto un contributo elettorale illegale da un brutale dittatore straniero», hanno scritto.
Hanno anche chiesto a Trump di fornire informazioni su una somma forfettaria di 10 milioni di dollari che Trump ha investito nella sua campagna alla fine del 2016, comprese tutte le fonti di finanziamento che ha utilizzato per rimborsare il contributo o prestito.
Il Post ha riportato per primo la lettera di Raskin e Garcia martedì mattina. I democratici nel panel a maggioranza repubblicana non hanno l’autorità di emettere citazioni in giudizio.
Interrogato sulla lettera, il portavoce della campagna di Trump, Steven Cheung, ha dichiarato alla CNBC: «Questa è una Fake News da manuale».
«I media vengono costantemente presi in giro da coloro che odiano Trump e da attori in malafede che diffondono bufale e imbrogli», ha aggiunto.
Il 2 agosto il Post ha riferito che gli investigatori federali avevano ricevuto informazioni riservate secondo cui il presidente egiziano Abdel Fatah El-Sisi avrebbe voluto sostenere la vittoriosa campagna presidenziale di Trump del 2016 con una donazione di 10 milioni di dollari.
Gli investigatori, membri di una squadra formata dall’ex procuratore speciale Robert Mueller, avrebbero appreso nel 2019 che la Banca nazionale d’Egitto, gestita dallo Stato, aveva eseguito una richiesta di prelievo di 9.998.000 dollari impacchettando mazzette di banconote da 100 dollari in due grandi borse.
Secondo l’indagine del Post, la richiesta di ritiro del 15 gennaio 2017 è stata eseguita lo stesso giorno, appena cinque giorni prima dell’insediamento presidenziale di Trump.
La scoperta di tale prelievo sembra rafforzare l’affermazione secondo cui al-Sisi avrebbe voluto dare soldi a Trump.