Le concessioni balneari sono prorogate fino al settembre 2027 ma in caso di ragioni oggettive che impediscono il completamento della procedura di gara il tutto potrebbe anche slittare al 31 marzo 2028. E’ quanto prevede la bozza del decreto contenente “Disposizioni urgenti in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali perfinalità turistico-ricreative e sportive” in arrivo oggi all’esame del Consiglio dei Ministri previsto per le 17.30. L’accordo tra il governo italiano e la Commissione europea sul tema delle concessioni balneari pare sia stato trovato.
A ogni modo le gare dovranno essere bandite obbligatoriamente entro il 30 giugno 2027. È una data limite ma non toglie ai Comuni la facoltà di anticipare le procedure, se motiveranno in modo congruo la decisione.
La bozza in definizione disciplina poi diversi altri aspetti. Le nuove concessioni avranno una durata da 5 a 20 anni. Il Comune deve comunicare un’eventuale mancata suddivisione in lotti e deve essere precisato il numero massimo di quelli aggiudicabili a un solo offerente.
Non ci saranno prelazioni per gli uscenti, punto su cui Bruxelles è stata inamovibile, ma Fitto ha ottenuto che gli indennizzi saranno a carico del subentrante e non dello Stato o dell’ente concedente, calcolati sul valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e sull’equa remunerazione degli investimenti limitata però agli ultimi cinque anni.
«Una bozza indecente! Oltre a contenere una proroga illegale, in contrasto con le sentenze del Consiglio di Stato, la Commissione europea e l’Antitrust, si penalizzano le famiglie pur di accontentare i balneari – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Si costringe, infatti, il nuovo concessionario a pagare quello vecchio pur di farlo sloggiare, come se fosse un negoziante che ha diritto all’avviamento, con l’effetto che chi subentra si rivarrà ovviamente sui consumatori finali, facendo pagare a un prezzo ancor più salato ombrelloni e sdraio, visto che nelle gare nessuno introduce un vincolo alle tariffe. In agosto gli stabilimenti balneari e le piscine sono già rincarati del 13,3% rispetto alla scorsa estate. Ci domandiamo dove andremo a finire nei prossimi anni. Infine le concessioni non dovrebbero avere una durata superiore a 10 anni, più che sufficienti per recuperare gli investimenti iniziali».