Il gabinetto della Germania ha approvato oggi una riforma delle pensioni che include incentivi per mantenere le persone nel mercato del lavoro più a lungo, con l’obiettivo mirato di promuovere la crescita nella più grande economia della zona euro.
In base alla riforma, chi posticipa l’inizio della pensione e viene assunto per almeno dodici mesi riceverà un pagamento una tantum equivalente ai pagamenti della pensione perduta. Inoltre, i contributi del datore di lavoro alla pensione e all’assicurazione contro la disoccupazione saranno versati direttamente ai dipendenti che decidono di continuare a lavorare, in aggiunta al loro stipendio. Ciò corrisponderebbe a un aumento salariale lordo del 10,6%.
In Germania l’età pensionabile legale dovrebbe salire a 67 anni nel 2031, rispetto agli attuali 65,8 anni.
Nel 2030 la popolazione attiva tedesca sarà probabilmente diminuita di 6,3 milioni di persone rispetto al 2010, secondo un rapporto demografico del Ministero degli Interni. Ciò farà diminuire il PIL pro capite, perché ci saranno meno lavoratori per ogni pensionato. E’ chiaro quindi che si vuole a tutti i costi incentivare l’economia attraverso appunto il lavoro.