Il settore bancario statunitense ha registrato profitti più elevati nel secondo trimestre del 2024, ma giovedì la Federal Deposit Insurance Corporation ha individuato diverse aree di preoccupazione persistenti, tra cui il settore immobiliare commerciale e le carte di credito.
Gli utili del settore sono aumentati dell’11,4% a 71,5 miliardi di dollari nel secondo trimestre, sostenuti dalla riduzione delle spese e da un reddito non da interessi più elevato, ha affermato l’ente regolatore.
Tuttavia, ha anche notato che i segnali di tensione nel settore immobiliare commerciale e nei prestiti con carta di credito erano balzati a livelli mai visti in un decennio.
«Quello che stiamo vedendo in questo trimestre è una continuazione del trend che abbiamo visto negli ultimi trimestri. Stabilità da parte del settore, resilienza continua, ma vulnerabilità sottostanti», ha affermato il presidente della FDIC Martin Gruenberg in una conferenza stampa.
Nello specifico, la FDIC ha osservato che il tasso non corrente per i prestiti immobiliari commerciali non occupati dai proprietari, guidato in gran parte dai portafogli di uffici presso le banche più grandi, è salito all’1,77%, raggiungendo il livello più alto dal 2013. I supervisori bancari stanno monitorando attentamente il settore immobiliare commerciale per individuare eventuali debolezze, poiché banche e mutuatari sono alle prese con posti vacanti derivanti dall’aumento del lavoro da remoto durante la pandemia.
Un aspetto positivo su questo fronte, secondo la FDIC, è che, sebbene le banche più grandi del Paese si trovino ad affrontare i livelli più elevati di prestiti CRE non correnti, tali prestiti rappresentano una concentrazione relativamente minore dei loro portafogli più ampi.
Sul fronte dei consumatori, il tasso di addebito netto sulle carte di credito, ovvero l’importo dei saldi delle carte di credito che le banche non prevedono di riscuotere, è salito al 4,82%, il livello più alto dal 2011.
La FDIC ha affermato che tre nuove banche sono state aggiunte alla sua lista “Problem Bank”, ovvero aziende che i supervisori hanno identificato come aventi deboli rating privati.
Ci sono ora 66 banche totali nella lista, con attività per un totale di 83 miliardi di $. Rappresentano l’1,5% di tutte le banche del settore e la FDIC ha osservato che è tipico che le banche problematiche occupino l’1-2% delle banche totali durante i periodi di non crisi.
Gli utili delle banche sono stati incrementati dalla riduzione delle spese, in particolare da una riduzione di 4 miliardi di dollari nelle spese segnalate relative alla valutazione speciale che le banche devono pagare per aiutare la FDIC a recuperare i costi derivanti dai fallimenti bancari del 2023.
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