L’ex presidente del Consiglio e della Bce Mario Draghi presenta il suo report di 400 pagine. «Serve un cambio radicale perché l’Ue continui a esistere”, ha scritto nel documento. Le parole d’ordine? “Urgenza e concretezza». L’analisi spazia dalle nuove tecnologie, alla decarbonizzazione, fino al tema della sicurezza.
L’obiettivo del report di Draghi è dare all’Unione europea un nuovo slancio, permettendole di superare i freni strutturali che le hanno fatto perdere sempre più terreno nei confronti di Stati Uniti e Cina. «L’unico modo per diventare più produttiva è che l’Europa cambi radicalmente. La mia analisi arriva in un momento difficile».
Per questo il report parla di un cambiamento radicale, che dovrà essere urgente e concreto. Ricorda Draghi: «Non partiamo da zero. Abbiamo infatti la speranza di poter realizzare tutto quello che proponiamo».
L’ innovazione è uno dei tre pilastri su cui si fonda il report. «Dare spazio a questo settore è la chiave del futuro. Al momento, invece, nell’Ue, ci sono troppe barriere», sottolinea Draghi.
I valori fondamentali dell’Europa sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L’Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali.
«Se l’Europa non sarà più in grado di garantirli avrà perso la sua ragione d’essere. L’unico modo per affrontare questa sfida è crescere e diventare più produttivi, preservando i nostri valori di equità e inclusione sociale. L’unico modo per diventare più produttiva è che l’Europa cambi radicalmente». afferma Mario Draghi nell’introduzione al suo Rapporto.
La produttività, sottolinea, «è una sfida esistenziale per l’Ue. Se le condizioni politiche e istituzionali sono presenti, l’Ue dovrebbe continuare – basandosi sul modello del NextGenerationEu – a emettere strumenti di debito comune, che verrebbero utilizzati per finanziare progetti di investimento congiunti volti ad aumentare la competitività e la sicurezza europea».
«Il fabbisogno finanziario necessario all’Ue per raggiungere i suoi obiettivi è enorme e per raggiungere gli obiettivi indicati nel rapporto Draghi sono necessari almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui, secondo le ultime stime della Commissione, pari al 4,4-4,7% del Pil dell’Ue nel 2023. Per fare un paragone, gli investimenti del Piano Marshall nel periodo 1948-51 equivalevano all’1-2% del Pil dell’Ue», ancora Mario Draghi.
«Abbiamo detto molte volte che la crescita sta rallentando da molto tempo nell’Ue, ma lo abbiamo ignorato. Fino a due anni fa non avremmo mai avuto una conversazione del genere perché in genere le cose andavano bene. Ma ora non possiamo più ignorarlo: le condizioni sono cambiate».
«Dobbiamo assumere un nuovo atteggiamento nei confronti della cooperazione: rimuovere gli ostacoli, armonizzare regole e leggi e coordinare le politiche. Esistono diverse costellazioni nelle quali possiamo avanzare. Ma ciò che non possiamo fare è non avanzare affatto. La nostra fiducia nel fatto che riusciremo ad andare avanti deve essere forte. Mai in passato la scala dei nostri Paesi è apparsa così piccola e inadeguata rispetto alla dimensione delle sfide». Nel rapporto di Draghi .
«E’ da molto tempo che l’autoconservazione è una preoccupazione così comune. Le ragioni per una risposta unitaria non sono mai state così convincenti e nella nostra unità troveremo la forza di riformare la forza di riformare», aggiunge Draghi.