Nulla di fatto sul ddl Carburanti. I sindacati parlano di posizioni distanti tra organizzazioni dei gestori e governo con le prime che hanno chiesto correzioni “sostanziali” al testo di riforma ricordando la minaccia di uno “stato di agitazione della categoria, con assemblee tenute in tutto il paese, e lo studio per avviare le iniziative politico/sindacali, compreso lo sciopero nazionale, necessarie a contrastare il testo del ddl cosiddetto carburanti, già portato in Consiglio dei Ministri, seppure non ancora approvato”.
Le organizzazioni, inoltre, hanno osservato di aver chiesto al governo “una vera riforma, che preveda la chiusura certa di almeno 7.000 impianti oggettivamente inefficienti, l’imposizione di criteri regolatori più stringenti per i titolari degli impianti esistenti (non solo per i nuovi) per combattere l’altissimo livello di illegalità e la presenza della criminalità organizzata, nonché, allo stesso modo, l’introduzione progressiva ma vincolante di nuovo energie non fossili presso gli impianti già in funzione, perché la rete distributiva possa partecipare efficacemente alla transizione energetica”.
Come risposta fonti del Ministero hanno riferito che entro 48 ore sarà convocata una nuova riunione per affrontare i singoli temi emersi.