L’indice di produzione industriale della Malesia è balzato del 5,3% annuo nel mese di luglio, più velocemente rispetto all’aumento del 5% del mese precedente, secondo i dati rilasciati dal Dipartimento di Statistica oggi.
La crescita è stata guidata dal settore manifatturiero, che ha registrato un’espansione del 7,7% a luglio, più rapida rispetto al 5,2% di giugno, seguita da una crescita del 7% nel settore dell’elettricità, rispetto all’aumento del 3,5% del mese precedente.
Nel frattempo, il settore minerario ha registrato un calo del 5%, invertendo l’espansione del 4,9% del mese precedente.
A livello mensile, l’indice è scivolato dell’1,5% a luglio rispetto all’aumento del 4,8% registrato a giugno, secondo i dati.
Ricordiamo che la Malesia si può considerare una delle economie più aperte ed in espansione del sud-est asiatico, come dimostra il crescente flusso di investimenti provenienti in primis dai Paesi dell’Asia orientale (in particolare Cina, Indonesia, Giappone, Singapore e Corea) ma in misura crescente anche da Stati Uniti e Paesi UE. L’economia vanta due primati mondiali assoluti e ben consolidati: quello della produzione di caucciù, il cui volume annuo si avvicina alla metà del volume complessivo mondiale, e quello della produzione di stagno, anch’esso quasi la metà del totale mondiale. Lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi del Sarawak e del Sabah ha consentito l’autosufficienza energetica del paese (logicamente in rapporto al suo limitato sviluppo industriale). Tra le attività più produttive ricordiamo la coltura, soprattutto quella del riso, seguono poi la manioca, il mais, le patate e le patate dolci, i frutti tropicali, soprattutto l’ananas, caffè, cacao, arachidi, palme da cocco, palme da olio, pepe e altre spezie. I principali giacimenti di stagno si trovano nel Perak, nel Johor, nel Pahangh e presso Kuala Lumpur. Altre risorse minerarie sono i minerali di ferro, oro, bauxite, manganese e tungsteno.