L’India imporrà tariffe tra il 12% e il 30% su alcuni prodotti siderurgici importati dalla Cina e dal Vietnam, nel tentativo di salvaguardare e stimolare l’industria locale, come risulta da un ordine del Ministero delle Finanze indiano.
Il governo indiano arriva dopo le ben più rumorose tariffe imposte nei confronti dei prodotti come acciaio e auto provenienti dalla Cina, Paesi come gli Stati Uniti, a cui si accodata subito l’Europa e poi il Canada, hanno imposto dazi verso il Paese del Dragone.
I tubi saldati in acciaio inossidabile esportati dalla Cina, il più grande produttore mondiale di acciaio, e dal Vietnam, saranno tassati per i prossimi cinque anni, secondo l’ordine di Nuova Delhi emesso il 10 settembre.
I legami tra le due nazioni più popolose del mondo sono stati tesi da quando i loro eserciti si sono scontrati sul confine himalayano conteso nel 2020, spingendo New Delhi a rafforzare il controllo degli investimenti cinesi e a bloccare i progetti più importanti.
Tuttavia, il Ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar ha detto martedì che Nuova Delhi “non è chiusa agli affari della Cina”, ma ha osservato che il problema è piuttosto in quali settori e a quali condizioni Pechino fa affari, senza approfondire.
Ad agosto, il governo indiano ha avviato un’indagine antidumping su alcuni prodotti siderurgici importati dal Vietnam.
Il Presidente cinese Xi Jinping ha incontrato il nuovo leader vietnamita To Lam a Pechino il mese scorso, in un segno di volontà di rafforzare i legami con la crescita del commercio e degli investimenti e nonostante gli occasionali scontri sui confini nel Mar Cinese Meridionale.