La crescita delle esportazioni giapponesi ha subito un brusco rallentamento ad agosto, con le spedizioni verso gli Stati Uniti in calo per la prima volta in tre anni, mentre gli ordini di macchinari sono inaspettatamente diminuiti a luglio, un segnale preoccupante per un’economia che fatica a mettere in atto una solida ripresa.
I dati pubblicati oggi hanno mostrato che le esportazioni totali sono aumentate del 5,6% su base annua ad agosto, per il nono mese consecutivo, ben al di sotto della previsione media di mercato di un aumento del 10% e dopo un aumento del 10,3% registrato a luglio.
Le esportazioni verso gli Stati Uniti risultano in calo dello 0,7%, il primo in quasi tre anni, mentre le vendite di auto sono crollate del 14,2%. Quelle verso la Cina, il principale partner commerciale del Giappone, sono aumentate del 5,2% ad agosto rispetto all’anno precedente.
Il valore delle importazioni è cresciuto del 2,3% su anno, contro l’aumento del 13,4% previsto dagli economisti. Di conseguenza, la bilancia commerciale si è attestata su un deficit di 695,3 miliardi di yen (4,90 miliardi di dollari), rispetto a un deficit previsto di 1,38 trilioni di yen.
Dati separati del Cabinet Office hanno mostrato che gli ordini di macchinari di base sono inaspettatamente diminuiti dello 0,1% a luglio rispetto al mese precedente, contraddicendo un aumento dello 0,5% previsto dagli economisti in un sondaggio Reuters. Su anno il dato ha visto una crescita dell’8,7%, superando l’aumento del 4,2% previsto dagli economisti.
Si prevede che la Banca del Giappone manterrà stabile la politica monetaria nella riunione di due giorni che si concluderà venerdì, ma segnalerà che sono previsti ulteriori aumenti dei tassi di interesse e sottolineerà i progressi compiuti dall’economia nel sostenere l’inflazione attorno all’obiettivo del 2%.