«Inondazioni catastrofiche, tempeste estreme e due terremoti hanno già portato a perdite globali complessive di circa 120 miliardi di dollari nella prima metà del 2024». Il presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, cita i dati dell’ultimo rapporto di Munich Re all’Insurance High-Level Conference.
Le perdite assicurate globali hanno raggiunto i 62 miliardi di dollari, quasi raddoppiando la media decennale di 37 miliardi di dollari.
Farina ha indicato «un sostanziale gap in materia di protezione nonostante l’aumento della frequenza e della gravità delle catastrofi naturali».
Munich Re a luglio allarmava la comunità economica e non solo, dopo aver rilasciato i dati relativi ai disastri naturali che hanno colpito le diverse regioni mondiali nel primo semestre del 2024.
Inondazioni catastrofiche, tempeste estreme e due terremoti hanno causato perdite complessive pari a circa 120 miliardi di dollari americani. I danni assicurati a livello globale, pari a 62 miliardi di dollari, sono significativamente più alti della media decennale di 37 miliardi di dollari. Il numero di morti in relazione alle catastrofi naturali è in calo rispetto agli anni passati. Il 68% delle perdite complessive e il 76% delle perdite assicurate sono attribuibili a forti temporali, inondazioni e incendi boschivi.
Le perdite globali nel primo semestre del 2024, pari a 120 miliardi di dollari, sono state inferiori a quelle dell’anno precedente (140 miliardi di dollari). Tuttavia, il 2023 è stato influenzato da perdite estremamente elevate in relazione ai gravi terremoti in Turchia e Siria. In un confronto a più lungo termine, le perdite complessive nella prima metà del 2024 hanno superato nettamente i valori medi degli ultimi dieci anni e dei 30 anni precedenti.
I sinistri assicurati sono aumentati leggermente rispetto all’anno precedente, passando a 60 miliardi di dollari, e sono stati significativamente superiori ai valori medi degli ultimi 10/30 anni (corretti per l’inflazione: 37 miliardi di dollari/24 miliardi). In particolare, la quota di sinistri per i “non-peak perils” – che includono temporali forti, inondazioni e incendi boschivi – è stata ancora una volta elevata: il 68% dei danni totali e il 76% dei danni assicurati sono stati causati da queste calamità naturali.
Il disastro naturale più costoso nella prima metà dell’anno è stato il terremoto in Giappone il giorno di Capodanno. Con una magnitudo di 7,5, ha scosso la costa occidentale del Giappone, vicino alla penisola di Noto. Numerosi edifici sono crollati e migliaia di persone sono rimaste senza elettricità o acqua pulita per settimane. Più di 200 persone sono state rimaste uccise. Le perdite totali stimate ammontano a circa 10 miliardi di dollari americani, comprese le perdite assicurate di circa 2 miliardi di dollari.
Si ritiene che il paese sia ben preparato per i disastri naturali: quando colpiscono, misure preventive come metodi di costruzione antisismici, sistemi di allerta precoce avanzati e una solida strategia di risposta alle emergenze possono salvare molte vite.
Da gennaio a giugno, la temperatura media globale è stata di circa 1,5°C superiore al livello preindustriale. Sebbene la comunità scientifica abbia sottolineato che un singolo anno con un riscaldamento globale superiore a 1,5°C non costituisce un fallimento nel raggiungimento degli obiettivi climatici dichiarati a Parigi, la tendenza all’aumento delle temperature non mostra segni di arresto. Nel primo semestre non solo le temperature medie sono state insolitamente alte in quasi tutto il mondo, ma sono stati registrati anche record in tutto il mondo.
Ad esempio, a metà giugno sono state registrate temperature superiori ai 50°C in molte parti dell’Arabia Saudita, mentre a Nuova Delhi, in India, si è registrata una temperatura record di 49,9°C a maggio. Attualmente il NOAA prevede che il 2024 sarà uno dei cinque anni più caldi dal 1850 e, con una probabilità del 60%, l’anno più caldo della storia.
Le ondate di caldo e la siccità non solo causano un maggior numero di morti per colpi di calore, ma rendono anche più probabili gli incendi boschivi. In Texas, il peggior incendio boschivo della storia dello Stato ha raso al suolo più di 400.000 ettari, un’area grande più o meno come l’isola spagnola di Maiorca.
A maggio, nel Canada occidentale sono scoppiati massicci incendi forestali con un anticipo fuori stagione, costringendo migliaia di persone a evacuare. Poiché nessuno dei due eventi ha colpito città densamente popolate o aree industriali, non ci sono state perdite estreme.
Per il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, «il cambiamento climatico e i modelli di sviluppo globale stanno accelerando ulteriormente la frequenza e la gravità delle catastrofi naturali, che comportano rischi significativi per la stabilità economica e finanziaria».
Lo ha scritto in un messaggio all’Insurance high-level conference dell’Ania ricordando che «l’ultimo decennio ha visto gli eventi catastrofici più costosi della storia, incidere sulla crescita economica e sul benessere individuale».