Dalle 6.30 alle 8.45 di oggi un guasto ha causato il blocco delle stazioni di Termini e Tiburtina, a Roma. La circolazione dei treni è ripresa gradualmente intorno alle 9.30 circa, ma ritardi e cancellazioni stanno condizionando l’intera rete ferroviaria italiana.
Trenitalia ha parlato di una disconnessione degli impianti senza dare ulteriori dettagli. E sul sito sta pubblicando la lista dei treni cancellati e gli aggiornamenti della situazione in tempo reale.
Dalle 9.30, si legge nella nota, «la circolazione ferroviaria è in graduale ripresa nel nodo di Roma dopo l’intervento dei tecnici di Rfi – riferisce Fs – Il traffico è fortemente rallentato e alcuni treni registrano ritardi, cancellazioni e modifiche alla circolazione». Ai passeggeri viene rivolto l’invito a riprogrammare il viaggio.
La paralisi delle due principali stazioni ferroviarie della capitale ha scatenato subito la paura di un attacco hacker. Sono quasi 30 i treni, tra Alta velocità, Intercity e Regionali, coinvolti da ritardi e cancellazioni e tra le ipotesi delle cause dietro un blocco così massiccio si era fatta largo quella di un attacco hacker. Smentita nelle ore successive.
A raccontare la paralisi in presa diretta sui social è stata anche la giornalista e conduttrice tv di La7 Alessandra Sardoni: «Stazione Termini disconnessa. Non parte nessun treno. Trenitalia parla di guasto alla linea. Annunci solo via altoparlante (che non si sente ) e Sms». Intervento a gamba tesa sui social anche dal senatore Antonio Misiani, responsabile Infrastrutture del Pd, che sempre su X scrive: «A Roma nodo ferroviario bloccato, tutti i treni cancellati, caos totale. È una situazione ormai intollerabile. Ministro Salvini, così non si può andare avanti».
Alle 9 di mattina, erano24 i treni coinvolti. Nel dettaglio: 15 regionali, 9 tra treni Alta Velocità e Intercity. Ma Termini e Tiburtina sono nodi centrali del traffico ferroviario nazionale, che dunque sta subendo fortissime ripercussioni: in pratica sono fermi tutti i treni che passano per la Capitale. Con migliaia di viaggiatori che in queste ore sono in fila in tutta Italia ai banchi delle informazioni per riprogrammare il loro viaggio, mentre alla stazione Termini sono stati addirittura spenti i monitor informativi.
I tecnici si sono messi subito al lavoro per ripristinare a breve l’intero sistema e risolvere il problema della disconnessione degli impianti che regolano la circolazione dei treni. A quanto si apprende da fonti delle Ferrovie, già dalle prime ore del mattino questi impianti erano completamente disconnessi ed è stato quindi impossibile regolare la circolazione con tutte le conseguenze del caso sulle principali stazioni della Capitale, Termini e Tiburtina. E il guasto, si conferma, sta avendo conseguenze anche sull’intera rete dell’Alta Velocità.
«Ci scusiamo per i disagi della giornata, disagi importanti. È avvenuto un guasto raro che ha colpito la cabina elettrica che alimenta l’impianto di circolazione nel nodo di Roma. Le cause del guasto sono in corso di accertamento». Lo ha detto l’amministratore delegato di Rfi, Gianpiero Strisciuglio, circa il guasto che ha provocato la sospensione della circolazione dei treni alle stazioni di Roma Termini e Tiburtina.
«I nostri operai sono intervenuti prontamente e alle 8.30 abbiamo ripristinato la circolazione», ha spiegato l’ad di Rfi, sottolineando che «siamo una grande azienda e non accettiamo che questo accada».
Dopo la situazione e il guasto di questa mattina, puntuale arriva, almeno loro, il commento di Unione nazionale consumatori: «Un caos inaccettabile! Può capitare, una tantum, un guasto alla linea, ma non così frequenti. Inoltre è intollerabile che per un problema verificatosi a Roma ci sia una reazione a catena così estesa e così grave, con ripercussioni da Milano a Firenze, da Bologna a Napoli, con ritardi di ore», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
«Chiediamo che tutti i passeggeri coinvolti siano risarciti con un indennizzo pari al 100% del prezzo del biglietto da corrispondere in modo automatico e in contanti. Non possiamo accettare, infatti, la mera applicazione di quanto prevede il Regolamento europeo in materia, una miseria pari al 25% del prezzo del biglietto in caso di ritardo compreso tra 60 e 119 minuti e al 50% se pari o superiore a 120 minuti», prosegue Dona.
«Men che meno è sufficiente, in caso di rinuncia al viaggio, la possibilità di scegliere tra ottenere il rimborso del biglietto, proseguire il viaggio o seguire un itinerario alternativo, visto che si è bloccata tutta l’Italia», conclude Dona.