L’inflazione del Kenya è scesa al 3,6% su base annua a settembre, dal 4,4% del mese precedente, secondo quanto ha dichiarato oggi l’ufficio statistico. Su mese il dato si è attestata allo 0,2% dallo 0,0% del mese precedente.
Il governo keniota punta ad un tasso di inflazione compreso tra il 2,5% e il 7,5% nel medio termine.
La banca centrale annuncerà la sua prossima decisione sui tassi d’interesse l’8 ottobre.
Ad agosto ha tagliato il suo tasso di prestito di riferimento di 25 punti base, affermando che c’era la possibilità di allentare gradualmente la politica, dato che l’inflazione era scesa al di sotto del punto medio della sua fascia obiettivo.
Il Kenya è la principale economia dell’East Africa e uno dei più importanti mercati dell’Africa Sub-Sahariana. Da quasi 10 anni l’economia del Paese registra costanti tassi di crescita che oscillano tra il 4 e il 6%, fatta salva la parentesi del COVID. Il Kenya ha dato prova di grande “resilienza” durante la pandemia, con un importante rimbalzo al 7,5% per cento nel 2021, rispetto al – 0,2% del 2020. A guidare la ripresa è stato il settore dei servizi, che di per sé rappresenta oltre il 50% del PIL. La spina dorsale dell’economia keniana resta il settore agricolo. Il 65% dell’export del Kenya deriva infatti da tale settore, che alterna livelli produttivi elevati all’interno di alcune grandi aziende e piantagioni ma che, per tanta parte, appare ancora improntato alla sussistenza familiare o della comunità, dove si registrano scarsi livelli di tecnologia, bassa produttività e totale dipendenza dalle piogge.