Il tasso di crescita del PIL dell’Egitto rallenta al 2,4% nell’anno 2023/24, in calo rispetto al 3,8% dell’anno precedente, secondo quanto ha dichiarato oggi il Ministero della Pianificazione che ha attribuito il rallentamento alle tensioni geopolitiche in corso e all’incertezza economica globale, insieme alle politiche di contrazione del Governo.
Le politiche erano volte a ripristinare la stabilità macroeconomica e il rafforzamento della governance degli investimenti pubblici era una politica chiave, ha detto il ministero.
L’Egitto, indebitato all’inverosimile, sta precipitando verso l’abisso finanziario. Il Paese è vittima della crisi economica globale, prima l’emergenza del coronavirus e il conseguente crollo dei proventi del turismo e poi la guerra in Ucraina. Nei fatti, la guerra ha avuto un grande effetto sul più grande importatore di grano al mondo. Russi e ucraini, inoltre, rappresentavano prima della guerra un terzo dei turisti in Egitto. Tuttavia, per la maggioranza degli osservatori, come illustri economisti, il paese è “rimasto intrappolato in un ciclo di prestiti che è diventato insostenibile”.
Il suo debito è pari all’85,6% della sua economia, secondo l’Fmi.
Le entrate del Canale di Suez sono scese a 6,6 miliardi di dollari nel 2023/24, rispetto agli 8,8 miliardi di dollari dell’anno precedente, per gli attacchi alla navigazione sul Mar Rosso da parte degli Houthi dello Yemen, che dicono di agire in solidarietà con i palestinesi di Gaza.