Il petrolio in rialzo di 20 dollari? Forse, almeno stando alle previsioni di Goldman Sachs che prevede questo scenario in caso di shock petrolifero iraniano. Infatti se al produzione della nazione sciita, tra l’altro membro dell’Opec, subisse un calo, i prezzi del petrolio potrebbero subire un’impennata. L’Iran produce quasi quattro milioni di barili di petrolio al giorno, una stima che copre circa il 4% della fornitura mondiale.
Daan Struyven, co-responsabile della ricerca sulle materie prime globali di Goldman Sachs crede che “se si verificasse un calo sostenuto di 1 milione di barili al giorno nella produzione iraniana, si assisterebbe a un picco di aumento dei prezzi del petrolio l’anno prossimo, di circa 20 dollari al barile”.
Se i principali membri dell’OPEC+, come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, dovessero compensare parte delle perdite di produzione, i mercati del petrolio potrebbero registrare un incremento minore, di poco inferiore a 10 dollari al barile, ha aggiunto.
Non solo ma bisogna ricordare anche che se Israele colpisse l’industria petrolifera iraniana, le interruzioni dell’approvvigionamento nello Stretto di Hormuz, controllato da Teheran, potrebbero diventare motivo di preoccupazione.