A differenza dell’ottimismo nato all’indomani della sua elezione, attualmente il primo ministro laburista britannico Keir Starmer sta cercando di riorganizzare il suo governo e di riprendersi dopo un avvio di mandato traballante. Fallimenti politici, previsioni catastrofiche e alcuni scandali hanno caratterizzato il suo governo.
Nel fine settimana, Starmer ha dovuto registrare le dimissioni del suo capo di gabinetto Sue Gray arrivate dopo le critiche per la gestione del suo incarico e per gli stipendi e regali ricevuti. La Gray è stata sostituita da Morgan McSweeney. Nel frattempo, il team addetto alle relazioni con i media di Downing Street è stato rafforzato con la nomina di James Lyons, di recente responsabile delle comunicazioni politiche di TikTok, che guiderà un nuovo team.
Tony Travers, professore ospite alla London School of Economics, ha osservato che Starmer dovrà affrontare una dura salita per riaffermare il controllo dopo aver permesso che le lotte intestine si perpetuassero sotto la sua supervisione. MA a spaventare sono anche altri elementi come, ad esempio, un programma politico ancora nebuloso e, soprattutto, l’unica certezza di dover imporre nuove tasse dopo aver promesso un governo business friendly.
Per questo motivo tutti gli occhi sono ora puntati sul prossimo bilancio autunnale, la cui pubblicazione è prevista per il 30 ottobre, quando il ministro delle Finanze Rachel Reeves dovrebbe illustrare il suo piano di spesa per il nuovo governo, lo stesso che dovrà sanare il buco da 22 miliardi di sterline nelle finanze pubbliche presumibilmente ereditate dal Partito conservatore. L’ex ministro delle finanze Jeremy Hunt ha negato le affermazioni definendole “fittizie”.
Intanto, secondo una nuova ricerca elaborata da KPMG e dalla Recruitment & Employment Confederation le aziende britanniche hanno sospeso le assunzioni a causa dell’incertezza sui piani del governo in materia di tasse, strategia industriale e diritti dei lavoratori.