L’inflazione annuale dei prezzi al consumo urbano in Egitto è salita per il secondo mese a settembre, al 26,4% dal 26,2% di agosto, come hanno mostrato oggi i dati dell’agenzia statistica CAPMAS.
Su mese il dato ha visto un +2,1%, invertendo un calo dello 0,4% a luglio. I prezzi degli alimenti sono aumentati del 2,6% rispetto all’1,8% di agosto. I prezzi alimentari di settembre sono stati superiori del 27,7% rispetto a un anno prima.
L’Egitto ha inasprito la politica monetaria nell’ambito di un pacchetto di sostegno finanziario del Fondo Monetario Internazionale da 8 miliardi di dollari, firmato a marzo, che ha richiesto anche l’aumento di molti prezzi interni e la svalutazione della valuta.
L’Egitto, indebitato all’inverosimile, sta precipitando verso l’abisso finanziario. Il Paese è vittima della crisi economica globale, prima l’emergenza del coronavirus e il conseguente crollo dei proventi del turismo e poi la guerra in Ucraina. Nei fatti, la guerra ha avuto un grande effetto sul più grande importatore di grano al mondo. Russi e ucraini, inoltre, rappresentavano prima della guerra un terzo dei turisti in Egitto. Tuttavia, per la maggioranza degli osservatori, come illustri economisti, il paese è “rimasto intrappolato in un ciclo di prestiti che è diventato insostenibile”.
Il suo debito è pari all’85,6% della sua economia, secondo l’Fmi.