I future sul petrolio greggio sono scesi di oltre il 5%. A permettere il calo la mancanza di un possibile attacco di Israele alle postazioni petrolifere iraniane. Infatti Tel Aviv ha fatto sapere che limiterà gli attacchi di rappresaglia contro l’Iran agli obiettivi militari e non colpirà gli impianti petroliferi e nucleari della Repubblica islamica.
Dopo questa notizia i prezzi del petrolio che all’inizio di questo mese erano aumentati vertiginosamente soprattutto sull’onda della paura di una possibile ulteriore escalation, hanno registrato un calo. Poco dopo l’apertura di Wall Street, ìi prezzi vedevano il WTI (contratto di novembre) a 70,08 dollari al barile, ovvero in calo del 5,07%, il Brent (contratto di dicembre) a 73,79 dollari al barile, in calo del 4,7%. Contemporaneamente l’Agenzia internazionale per l’energia ha dichiarato che i suoi membri sono pronti ad agire in caso di interruzione dell’approvvigionamento in Medio Oriente.
“Per ora, l’offerta continua a fluire e, in assenza di una grave interruzione, il mercato si troverà ad affrontare un surplus considerevole nel nuovo anno”, ha affermato l’IEA nel suo rapporto mensile.