L’inflazione al consumo del Sudafrica è scesa leggermente più del previsto a settembre, al 3,8% su base annua rispetto al 4,4% di agosto, secondo i dati dell’agenzia statistica pubblicati oggi. Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto che l’inflazione sarebbe scesa al 3,9%. Su mese il dato si è attestato allo 0,1% come il mese precedente.
La lettura di oggi potrebbe incoraggiare la Banca centrale a fornire un altro taglio del tasso d’interesse durante la riunione di politica monetaria di novembre, dopo il primo taglio in più di quattro anni il mese scorso.
La SARB ha adottato un tono misurato durante la riunione di settembre, affermando che, sebbene l’inflazione sia scesa più rapidamente del previsto, vi sono ancora rischi per le prospettive.
Il Sud Africa è l’economia più grande e avanzata dell’Africa subsahariana, sostenuta da una ricchezza di risorse naturali e da una base industriale diversificata, ma deve far fronte a vincoli strutturali persistenti, come l’elevata disoccupazione, le carenze di energia elettrica, il pessimo stato di diverse infrastrutture necessarie come il sistema idrico, ferroviario e portuale.
Nel 2023 il Pil è cresciuto poco a causa dei limiti causati dal prolungato razionamento di energia elettrica e secondo gli analisti continuerà ad essere tiepida anche nel 2024 e 2025, risentendo dei vincoli fiscali, della lentezza dei progressi nelle riforme a sostegno della crescita e della bassa produttività del lavoro. È però previsto che il Paese riprenderà una crescita più sostenuta nel 2026-27.