E’ entrata ormai nel vivo la stagione delle trimestrali e ieri sono stati diffusi i conti di due importanti aziende, Moncler e Campari che sono finiti sotto la lente d’ingrandimenti di eToro.
Partiamo da Moncler. «Un linguaggio più cauto emerge dalla pubblicazione del terzo trimestre 2024: l’effetto euforico legato all’aumento nella partecipazione da parte di BlackRock e all’ingresso di LVMH nella proprietà sembra ormai svanito, e i nuovi dati faticano a trasmettere quell’ottimismo che forse il mercato si attendeva – spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro. – Nel primo semestre Moncler aveva identificato come priorità strategica la crescita del canale Direct-to-Consumer (DTC), con risultati solidi per entrambi i marchi, Moncler e Stone Island. Tuttavia, il Q3 ha mostrato una stabilità del DTC a cambi costanti, segnalando una perdita di slancio rispetto alla crescita a doppia cifra vista nei trimestri precedenti. Il management aveva anche posto enfasi sull’ottimizzazione della rete wholesale, mirando a ridurre i volumi e selezionare i partner per preservare la qualità distributiva. Il calo del 9% del wholesale nel Q3 per Moncler e del 19% per Stone Island, il trimestre più rilevante per questo canale, evidenzia che queste difficoltà sono state forse sottovalutate».
Il terzo trimestre sancisce un momento critico nella traiettoria di Moncler. «Le sfide macroeconomiche, la crescente incertezza dei consumatori e la pressione sui margini del wholesale hanno messo alla prova la strategia aziendale. Mentre il DTC resta un pilastro su cui l’azienda continua a costruire, la necessità di rafforzare ulteriormente la rete digitale e mantenere l’attrattività del brand attraverso eventi esclusivi è più forte che mai. Il messaggio implicito è chiaro: ci vorrà tempo e resilienza per affrontare un contesto sempre più incerto – continua l’esperto. – L’evento “The City of Genius” a Shanghai ha rappresentato una mossa strategica per sostenere il posizionamento del marchio, ma non è bastato a invertire la tendenza negativa. Dopo la peggior reazione post-utili del trimestre precedente (-3,95%), il mercato potrebbe ora dover richiedere nuova pazienza e visione di lungo termine».
Campari ha mostrato una nuova trimestrale deludente, in linea con le due precedenti. «Già dall’apertura del comunicato, che esordisce con un eloquente “Nonostante”, era evidente che gli investitori non avrebbero trovato sorprese positive – sottolinea Debach. – Le vendite nette sono cresciute di un modesto 1,4%, un risultato ben al di sotto delle aspettative per il terzo trimestre, tradizionalmente uno dei più rilevanti dal punto di vista stagionale. A complicare il quadro, i costi operativi sono aumentati del 1,8%, superando la crescita dei ricavi e colpendo duramente la redditività dell’azienda».
Campari ha attribuito le difficoltà a condizioni meteorologiche avverse in Europa e a un contesto macroeconomico sfavorevole. In particolare, l’Italia – mercato chiave per il gruppo – ha registrato un calo del 7%, mentre la Germania ha subito una flessione del 6,2%. Anche il mercato americano, che rappresenta il 45% delle vendite complessive, ha riportato una crescita marginale dell’1%. Guardando avanti, l’azienda prevede che il contesto macroeconomico rimanga sfavorevole per il resto del 2024. Sebbene il management abbia cercato di mantenere una nota ottimistica per il 2025 e oltre, l’outlook di crescita a bassa singola cifra conferma un approccio prudente.
«Questa trimestrale evidenzia come Campari sia intrappolata tra fattori esterni difficili da controllare e sfide interne. Il mercato accoglierà probabilmente con scetticismo le prospettive di miglioramento nel medio termine, aspettando segnali più concreti di ripresa. Con il titolo che scambia sui livelli dell’uscita di Fantacchiotti dalla carica di CEO, è lecito attendersi non solo nuove pressioni, ma forse anche un cambio di rotta. In conclusione, per Campari il bicchiere sembra ancora mezzo vuoto. Se l’azienda non riuscirà a trovare la giusta ricetta per rilanciare vendite e redditività, il rischio è che gli investitori preferiscano passare ad altri aperitivi più frizzanti».