La crescita del Pil negli Usa rallenta nel terzo trimestre rispetto al trimestre precedente, segnando un aumento del 2,8% rispetto al +3% del secondo trimestre e inferiore all’aumento del 2,9% previsto dagli analisti.
Le spese per i consumi personali sono aumentate del 3,7% rispetto al 3,3% previsto e più velocemente rispetto all’aumento del 2,8% del trimestre precedente.
Ci sono stati contributi positivi dagli investimenti fissi non residenziali e dalla spesa pubblica che hanno compensato i contributi negativi degli investimenti fissi residenziali, della variazione delle scorte private e delle esportazioni nette.
La seconda stima del PIL del terzo trimestre sarà rilasciata il 27 novembre.
«Poiché la Fed è ormai entrata in un ciclo di riduzione dei tassi, ogni principale rapporto economico viene esaminato per determinare quando e di quanto la banca centrale Usa abbasserà i tassi di interesse. Il rapporto sul PIL del terzo trimestre Usa ha evidenziato una crescita solida, ma non vertiginosa, che si inserisce bene nell’attuale contesto economico: un dato troppo caldo avrebbe potuto mettere in discussione la decisione della Fed di tagliare i tassi di 50 punti base lo scorso settembre, mentre un dato debole avrebbe potuto riaccendere i timori di un deterioramento dell’economia – ha commentato Bret Kenwell, US investment analyst di eToro. – Gli investitori devono ricordare che siamo in un ambiente di “buone notizie” e devono esultare per i dati economici forti, anche se ciò significa un taglio dei tassi più lento del previsto da parte della Fed. È molto meglio che siano un’economia forte e gli utili a far salire i titoli piuttosto che le speranze di un allentamento della politica monetaria da parte della Fed».