Il recente rialzo delle quotazioni del Bitcoin hanno attirato nuovamente l’attenzione degli investitori e dell’opinione pubblica sul ruolo delle criptovalute. Un ruolo che trova una legittimazione anche da parte delle autorità. Dagli Etf alla tassazione presente in manovra finanziaria, il Bitcoin è ormai uno strumento finanziario a tutti gli effetti. O quasi. Quali consiglio per comprenderne le potenzialità? Quale sarà il destino del settore? A rispondere è Gianluigi Guida, CEO di Binance Italy, filiale italiana di Binance attiva da maggio 2022.
Il Bitcoin ha recentemente registrato un rally che lo ha portato a superare i 70mila dollari di quotazione. Quali sono i fattori alla base di questo rialzo?
«Il recente rally di Bitcoin, che ha superato i 70.000 dollari e che proprio in questi giorni ha registrato una crescita del 4% per la prima volta da aprile, è stato supportato da diversi fattori economici, di mercato e geopolitici. Con riferimento a quest’ultimo punto, le imminenti elezioni americane potrebbero essere la ragione di un aumento dei prezzi del Bitcoin e di altri cripto-asset; ciò specialmente in considerazione delle posizioni di Trump favorevoli verso il settore cripto, che potrebbe aver suscitato un interesse degli investitori verso l’acquisto. Un altro fattore rilevante è l’approvazione di ETF Bitcoin negli Stati Uniti, che ha giocato un ruolo centrale, generando oltre 13,3 miliardi di dollari di afflussi solo nei primi cinque mesi del 2024, il che ha aumentato la fiducia degli investitori istituzionali e facilitato un accesso più regolamentato al mercato. Dal loro lancio, nove fondi hanno gestito 68,5 miliardi di dollari di Bitcoin, pari a circa il 5% delle monete esistenti. Grandi istituti come Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno investito significativamente in questi ETF, consolidando la posizione di Bitcoin come asset mainstream. Secondo la sessione di trading del 28 ottobre, l’afflusso di capitale negli ETF è stato pari a 479 milioni di dollari, e in meno di due settimane sono affluiti negli ETF Bitcoin 4 miliardi di dollari dagli investitori. Sul fronte macroeconomico, la liquidità generata dalle politiche monetarie accomodanti della Fed e della BCE ha spinto gli investitori a cercare asset alternativi come Bitcoin, che viene sempre più percepito come strumento di copertura contro l’inflazione. Inoltre, il recente “halving” di Bitcoin ha contribuito a incrementare l’interesse verso la criptovaluta, aumentando la scarsità dell’asset e sostenendone potenzialmente il prezzo a lungo termine».
Qual è la situazione sul fronte delle altre cripto? Si è registrato un effetto traino oppure il Bitcoin ha cannibalizzato tutte le risorse verso di sé?
«Bitcoin rimane il centro degli investimenti istituzionali, con la maggior parte della liquidità diretta a questa criptovaluta, rafforzata anche dai flussi verso ETF regolamentati. Altri sviluppi recenti, come l’approvazione dell’ETF su Ethereum, hanno comunque rafforzato l’interesse verso le altcoin, dimostrando come il settore sappia mantenere una diversificazione e che la crescita del prezzo di Bitcoin continua a supportare un ampio ecosistema cripto. Più in generale, nel suo complesso, il settore delle criptovalute continua a crescere e il 2024 è stato un grande anno per questa industria. Il comparto ha fatto molta strada dal 2017: quello che una volta era un mercato di nicchia guidato principalmente dagli early adopters, sta diventando sempre più un movimento globale che coinvolge investitori istituzionali come Goldman Sachs e Morgan Stanley, e sforzi normativi su larga scala come il regolamento MiCA in Europa.
Nel 2017, la capitalizzazione totale del mercato delle criptovalute ha raggiunto un picco di circa 600 miliardi di dollari. Nel 2024, il mercato ha superato la soglia di 1.2 trilioni di dollari, a testimonianza della sua crescente maturità e del suo impatto globale. E siamo orgogliosi di dire che Binance ha partecipato a questa grande crescita. Quest’anno l’azienda ha raggiunto i 200 milioni di utenti registrati. Ci sono voluti cinque anni per raggiungere i primi 100 milioni, ma solo due anni per aggiungere i successivi 100 milioni, con 60 milioni di nuovi utenti che si sono aggiunti solo quest’anno. E solo un mese fa, Binance aveva ufficialmente superato i 100 trilioni di dollari di volume di scambi all-time. La società di ricerca Chainlysis ha recentemente pubblicato il suo ultimo rapporto sullo stato dell’arte del settore, confermando la grande crescita che sta vivendo, non solo a livello globale, ma anche in Europa, con tendenze molto positive. Secondo Chainalysis, l’Europa è la seconda economia di cripto-attività al mondo dopo il Nord America e rappresenta il 21,7% del volume globale delle transazioni. La crescita del settore e lo slancio positivo vanno oltre il Bitcoin. Secondo il rapporto di Chainalysis, l’Europa è quarta al mondo per crescita della DeFi (Decentralized Finance). L’attività di DeFi in Europa nell’ultimo anno è stata pari alla media globale, superando il Nord America, l’Asia orientale e l’area MENA nella crescita annuale. Anche la tokenizzazione dei Real world Asset continua a guadagnare terreno, a testimonianza del vasto potenziale di questa industria».

Gianluigi Guida-Binance Italia
La nascita degli Etf basati su Bitcoin è stata, nel recente passato, un trampolino di lancio per promuovere la fiducia di istituzioni e investitori verso la criptovaluta. L’onda di entusiasmo è ancora attiva?
«L’ondata di entusiasmo che circonda gli ETF basati sul Bitcoin è indubbiamente attiva e in fase di espansione. Secondo l’ultimo rapporto di Binance Research, gli ETF spot sul Bitcoin stanno registrando una crescita notevole, che non solo sottolinea il forte interesse istituzionale, ma evidenzia anche il loro ruolo di ponte tra la finanza tradizionale e il panorama degli asset digitali. Gli ETF spot sul Bitcoin hanno accumulato un sostanzioso afflusso netto di 18,9 miliardi di dollari, superando la performance iniziale dei primi ETF sull’oro, che hanno registrato solo 1,5 miliardi di dollari nel loro primo anno. Il report rivela anche un aumento del 30% delle partecipazioni istituzionali negli ETF cripto dal primo trimestre del 2024. Questa rapida crescita è un chiaro indicatore del ruolo in espansione del Bitcoin nei portafogli istituzionali e retail. Con oltre 1.200 istituzioni investitori in ETF sul Bitcoin – rispetto ai soli 95 del primo anno degli ETF sull’oro – gli ETF sul Bitcoin stanno emergendo come un indicatore di mercato chiave e sono tra gli ETF in più rapida crescita della storia. Questo aumento della domanda di ETF Bitcoin sta creando effetti collaterali: rafforzamento della posizione di mercato del Bitcoin, aumento dell’efficienza del mercato e potenziale riduzione della volatilità. Inoltre, la correlazione tra il Bitcoin e l’indice azionario S&P 500 è aumentata dall’inizio del 2024, riflettendo il cambiamento del sentiment degli investitori e l’evoluzione della percezione del Bitcoin come asset ad alto rendimento e potenziale barriera macroeconomica. L’insieme di questi fattori sottolinea la crescente convergenza degli asset digitali con la finanza tradizionale, posizionando gli ETF sul Bitcoin come uno strumento fondamentale per ampliare l’accessibilità alle criptovalute».
Le nuove direttive presenti nell’ultima finanziaria prevedono una vera e propria stangata sulle criptovalute. Di che si tratta?
«Il Disegno di Legge di Bilancio – attualmente in esame presso il Parlamento – innalza l’aliquota fiscale sulle plusvalenze da cripto-attività dal 26%, che è l’attuale tassazione, al 42%. Si tratta di un balzo in avanti rilevante, che non si riflette nella tassazione degli investimenti “tradizionali”, che resterebbe ferma al 26%. Questa misura è fortemente penalizzante per il settore, poiché crea una disparità che potrebbe ridurre drasticamente la competitività dell’Italia rispetto a Paesi come la Svizzera e la Germania, dove la tassazione è più favorevole. Una simile divergenza non solo disincentiva gli investitori, ma allontana anche startup e player dell’innovazione che sono in prima linea nello sviluppo della tecnologia blockchain. Un rischio che potrebbe tradursi in una potenziale “fuga di cervelli” e di capitali, con talenti ed aziende che cercherebbero contesti più favorevoli, compromettendo così la competitività del nostro Paese nell’economia digitale globale. Inoltre, gli effetti di questa politica potrebbero ripercuotersi anche sulle aziende che operano nel settore delle cripto-attività. Una domanda ridotta per i prodotti e i servizi legati ai cripto-asset potrebbe infatti diminuire i ricavi e le imposte generate dai redditi d’impresa. Se le aziende del settore dovessero percepire l’ambiente normativo come eccessivamente oneroso, potrebbero, infatti, valutare la possibilità di trasferire le loro attività altrove, riducendo così la creazione di posti di lavoro e, di conseguenza, l’indotto economico e sociale in Italia. Binance, così come altre aziende e player del settore, hanno espresso preoccupazione per questa aliquota elevata e i possibili effetti negativi correlati. Gli operatori sperano in un dialogo con le autorità per trovare una soluzione che mantenga l’Italia competitiva e favorisca uno sviluppo equilibrato del settore, senza soffocare l’innovazione».
Attualmente qual è la normativa a livello europeo e in particolare in Italia, che regola la compravendita delle cripto?
«La normativa europea per il settore delle criptovalute si fonda sul regolamento MiCA (Markets in Crypto Assets), approvato nella prima metà del 2024 e destinato a diventare pienamente operativo nel 2025. Il MiCA rappresenta il primo quadro normativo omnicomprensivo per le cripto-attività nell’Unione Europea e punta a standardizzare le regole per i Paesi membri, creando un contesto sicuro, trasparente e competitivo per gli investitori e gli operatori del settore. Tra le principali disposizioni, il regolamento impone obblighi di registrazione per tutti i fornitori di servizi di asset digitali (VASPs), introduce norme stringenti per la protezione dei consumatori e stabilisce requisiti di riserva per gli emittenti di stablecoin per mitigare i rischi di volatilità e insolvenza. In Italia, l’implementazione del MiCA è accompagnata da normative locali. Il regolamento MiCA rappresenta potenzialmente una base solida per l’armonizzazione normativa in tutta Europa, creando condizioni più favorevoli per l’espansione delle cripto-attività. Inoltre, il MiCA facilita l’accesso degli investitori istituzionali al settore, stabilendo garanzie normative che promuovono la fiducia e riducono i rischi. Questo regolamento è uno strumento cruciale per rendere l’Europa un hub innovativo per la blockchain e le cripto-attività, attirando talenti e capitali globali, e rafforzando la competitività del mercato europeo nel suo complesso. Tuttavia, l’eventuale approvazione della proposta per alzare l’aliquota fiscale al 42% sulle plusvalenze da cripto-attività in Italia potrebbe vanificare gli sforzi compiuti a livello europeo per favorire una crescita controllata del settore».
Il recente taglio dei tassi di interesse da parte della Fed e le politiche della BCE orientate anch’esse verso un allentamento della pressione sul costo del denaro, hanno iniettato nuova liquidità nei mercati globali aumentando l’interesse verso investimenti alternativi. Quali sono i vantaggi che le cripto potrebbero trarre da queste nuove politiche?
«I tassi di interesse più bassi aumentano la liquidità nel sistema finanziario, facendo crescere la domanda di asset più rischiosi e a più alto rendimento, tra cui le criptovalute. Ad esempio, il Bitcoin ha registrato un aumento del 375% tra febbraio 2020 e febbraio 2022, quando i tassi erano prossimi allo zero. I tassi più bassi possono infatti alimentare i timori di inflazione, spingendo alcuni investitori a rivolgersi alle criptovalute per proteggere il proprio potere d’acquisto. Questo contesto può di conseguenza incoraggiare un numero maggiore di investitori a esplorare investimenti in strumenti di finanza decentralizzata, come opzioni non correlate ai mercati tradizionali. Il Bitcoin e gli altri asset digitali hanno caratteristiche uniche che possono influenzare le strategie di investimento in caso di riduzione dei tassi. La disponibilità di ETF Spot può anche facilitare le transizioni tra equities e criptovalute, consentendo alla maggiore liquidità derivante dai tagli dei tassi di fluire nei mercati cripto. La riduzione dei costi di finanziamento e l’aumento della liquidità offrono un potenziale panorama promettente per gli asset digitali».
I trend pregressi e le peculiarità specifiche delle criptovalute, conclude Guida, rafforzano ulteriormente l’ottimismo sulla possibilità che queste manovre politiche catalizzino la crescita.