Oggi i prezzi del petrolio hanno ampliato i loro guadagni, salendo di oltre 1 dollaro in seguito alla decisione dell’OPEC+ di rinviare di un mese i piani di aumento della produzione. I future sul Brent sono saliti di 1,18 dollari al barile, ovvero dell’1,61%, attestandosi a 74,28 dollari al barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) è salito di 1,21 dollari al barile, ovvero dell’1,74%, attestandosi a 70,70 dollari.
Ieri diversi membri dell’Opec+, tra cui l’Arabia Saudita e la Russia, hanno annunciato l’estensione dei tagli alla produzione di petrolio fino alla fine di dicembre, rinviando così la riapertura dei rubinetti di fronte al crollo dei prezzi. Otto Paesi “hanno concordato di estendere di un mese i loro ulteriori tagli volontari alla produzione di 2,2 milioni di barili al giorno“, ha dichiarato l’alleanza in una nota. Sono coinvolti anche Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Kazakistan, Algeria e Oman. Il raggruppamento avrebbe dovuto aumentare la produzione di 180.000 barili al giorno a partire da dicembre.
Da diversi mesi i prezzi del petrolio sono minati dalle incertezze economiche, in particolare in Cina, secondo consumatore mondiale e principale motore della crescita della domanda globale di petrolio, e negli Stati Uniti, dove si attendono ancora i risultati delle elezioni americane previste per domani.
Il gruppo è pronto ad annullare gradualmente il taglio di 2,2 milioni di barili al giorno nei prossimi mesi, mentre altri 3,66 milioni di barili al giorno di tagli alla produzione rimarranno in vigore fino alla fine del 2025.