Nel giro di 5 anni il numero di italiani che rinunciano a curarsi è passato dal 6,3% del 2019 al 7,6% attuale.
La conferma arriva dalle parole del presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli, che durante la sua audizione sulla Manovra ha sottolineato “La quota di quanti hanno rinunciato a causa delle lunghe liste di attesa risulta pari al 4,5% (era il 2,8% cinque anni fa). Le rinunce per motivi economici riguardano il 4,2% della popolazione, quelle per scomodità del servizio l’1%.
Il taglio del cuneo fiscale, inoltre, riguarderà 2,4 milioni di beneficiari e che sfrutteranno i vantaggi sotto forma di bonus e detrazioni. In tutto, quindi, ci saranno 17,4 milioni.
“Crescita acquisita ferma allo 0,4%, industria debole” Chelli sottolinea che “l’attività industriale continua a mostrare segnali di debolezza. Nelle stime preliminari, la variazione nulla del Pil è la sintesi di una forte riduzione nel settore dell’industria, di un calo del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura e di una espansione in quello dei servizi. La crescita acquisita per il 2024, la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nell’ultimo trimestre dell’anno, resta ferma allo 0,4%”.