Nel 2023 l’attività economica è cresciuta solo di poco in tutte le macroaree in Italia, rispecchiando la debolezza della domanda mondiale e le condizioni monetarie più restrittive. L’incremento è stato di nuovo più accentuato nel Mezzogiorno, per effetto di una maggiore espansione dell’attività nei comparti delle costruzioni e del terziario e di una minore contrazione dell’industria. Lo riferisce Bankitalia nel suo nuovo Rapporto sulle economie regionali.
Nel 2023 le esportazioni reali sono aumentate nel Sud e nelle Isole, in contrasto con la riduzione registrata nel Centro Nord. Sempre lo scorso anno il reddito disponibile delle famiglie è aumentato, soprattutto nel Mezzogiorno e nel Nord Ovest, sostenuto dall’espansione dell’occupazione. La quota di nuclei in povertà assoluta è rimasta sostanzialmente invariata nella media del Paese, ma è diminuita al Sud. Lo scorso anno le compravendite immobiliari si sono ridotte ovunque, ma con un’intensità minore nel Mezzogiorno. È stato più frequente l’acquisto di abitazioni senza ricorso all’indebitamento. L’inflazione, anche se scesa rispetto al 2022, ha continuato a erodere il potere d’acquisto dei redditi familiari.
Le stime di Via Nazionale indicano che nei primi nove mesi del 2024 la produzione industriale italiana è diminuita, riflettendo la debolezza della domanda interna ed estera. Quest’ultima in particolare vede una domanda potenziale diminuita in tutte le macroaree, soprattutto nel Nord Est e al Centro.
Meglio i servizi: la quota di imprese con fatturato in espansione nei primi tre trimestri del 2024 è stata elevata in tutte le ripartizioni, sostenuta dal Pnrr che ha comportato un aumento degli ordini per il 15% delle imprese nel Centro Nord e per l’8 nel Mezzogiorno.