Il valore delle vendite del commercio all’ingrosso e al dettaglio della Malesia è aumentato del 3,8% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 148,2 miliardi di ringgit nel mese di settembre, frenando la corsa rispetto all’aumento del 4,7% del mese precedente, secondo i dati rilasciati oggi dal dipartimento statistico del Paese.
L’aumento è stato guidato da un salto del 5,5% nel commercio al dettaglio e da un’espansione del 3,6% nel commercio all’ingrosso.
Su base mensile, il valore delle vendite è diminuito dello 0,7%.
In termini di indice di volume, il commercio all’ingrosso e al dettaglio è aumentato del 3,5% su base annua, registrando 158 punti, secondo i dati.
Ricordiamo che la Malesia si può considerare una delle economie più aperte ed in espansione del sud-est asiatico, come dimostra il crescente flusso di investimenti provenienti in primis dai Paesi dell’Asia orientale (in particolare Cina, Indonesia, Giappone, Singapore e Corea) ma in misura crescente anche da Stati Uniti e Paesi UE. L’economia vanta due primati mondiali assoluti e ben consolidati: quello della produzione di caucciù, il cui volume annuo si avvicina alla metà del volume complessivo mondiale, e quello della produzione di stagno, anch’esso quasi la metà del totale mondiale. Lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi del Sarawak e del Sabah ha consentito l’autosufficienza energetica del paese (logicamente in rapporto al suo limitato sviluppo industriale). Tra le attività più produttive ricordiamo la coltura, soprattutto quella del riso, seguono poi la manioca, il mais, le patate e le patate dolci, i frutti tropicali, soprattutto l’ananas, caffè, cacao, arachidi, palme da cocco, palme da olio, pepe e altre spezie. I principali giacimenti di stagno si trovano nel Perak, nel Johor, nel Pahangh e presso Kuala Lumpur. Altre risorse minerarie sono i minerali di ferro, oro, bauxite, manganese e tungsteno.