Le vendite al dettaglio in Italia sono aumentate su base annua e mensile a settembre, come reso noto oggi dall’Istat.
In particolare il dato è salito dello 0,7% su base annua dopo l’aumento dello 0,9% di agosto. Su mese si parla di un rimbalzo dell’1,2% di settembre che segue il calo dello 0,3% del mese precedente.
Le vendite di beni alimentari sono aumentate dell’1,7% su base mensile e sono salite dello 0,6% su base annua mentre quelle di beni non alimentari sono aumentate dello 0,9% sul mese prima e sono salite dello 0,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Rispetto a settembre del 2023 il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione del 2,2% e il commercio elettronico del 2,1% mentre è in diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici dell’1,0% e le vendite al di fuori dei negozi dell’1,6%.
«Dati positivi, ma si tratta di un rimbalzo atteso dopo il crollo congiunturale record di agosto pari allo 0,5%. Insomma, un rialzo scontato. Per quanto riguarda il confronto con settembre 2023, a fronte di un andamento complessivamente in crescita, comunque non certo esaltante visto che siamo sempre allo zero virgola, persiste la dieta forzata degli italiani che in quantità mangiano lo 0,6% in meno rispetto allo scorso anno – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Secondo lo studio dell’associazione, se si traduce in euro il dato dei volumi consumati su settembre 2023, le spese alimentari per una famiglia media scendono su base annua di 38 euro a prezzi del 2023, quelle non alimentari salgono di 169 euro, con un saldo finale positivo e pari a 131 euro. Una coppia con 2 figli acquista 55 euro in meno di cibo e 242 euro di beni non alimentari in più, per una cifra complessiva di 187 euro, mentre una coppia con un figlio acquista 49 euro in meno di alimenti».